Corte dei Conti: troppe tasse, corruzione ed evasione

di Carlo Lavalle

6 Giugno 2012 12:00

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Presentato il Rapporto 2012 sul Coordinamento della finanza pubblica: risultati positivi sulla spesa pubblica, ma pericolo di "avvitamento" Italia.

Troppe tasse, corruzione e persistente evasione fiscale mettono a rischio l’Italia secondo la Corte dei Conti. Il Rapporto 2012 sul Coordinamento della finanza pubblica, presentato il 5 giugno a Roma presso la Camera dei Deputati, non lascia dubbi su quali siano i peggiori mali del paese individuati dall’organo presieduto da Luigi Giampaolino.

La maggiore imposizione fiscale, dovuta alla scelta di accentuare la manovra di finanza pubblica dal lato delle entrate per assicurare il pareggio di bilancio nel 2013, ha come controindicazione possibili impulsi recessivi trasmessi all’economia reale. “Il pericolo – sottolinea il documento della Corte dei Conti – è quello di un avvitamento che può portare ad un circolo vizioso. Il 2011 consegna l’evidenza di un sistema impositivo nazionale ancora distante dal modello europeo, contrassegnato dalla concorrenza di un’elevata pressione fiscale e di un elevatissimo tasso di evasione. Il fenomeno dell’evasione resta una piaga pesante per il sistema tributario e per l’economia del paese. Il mancato gettito è pari ad oltre 46 miliardi all’anno, soprattutto Iva e Irap”.

In questo quadro il contrasto all’evasione costituisce una priorità: “Puntare sulla soluzione dell’ampliamento della base imponibile – spiega la Corte – assegnando alla lotta all’evasione e all’elusione e al ridimensionamento dell’erosione, il compito di assicurare margini consistenti per riequilibrare il sistema di prelievo almeno in parte conciliando rigore, equità e crescita”.

Il settore sanitario, invece, nonostante i progressi nei risultati economici continua ad essere caratterizzato da frequenti episodi di corruzione a danno della collettività e a presentare fenomeni di inappropriatezza organizzativa e gestionale che ne fanno il ricorrente oggetto di programmi di taglio della spesa. La spesa pubblica oltretutto è in diminuzione: “Al netto degli interessi e dei trasferimenti alle amministrazioni locali le spese dello Stato, si legge nel Rapporto, risultano diminuite nel biennio 2010-2011 di circa il 6%”.

Il governo, inoltre, e ciò rappresenta una nota positiva, ha operato una decisa accelerazione verso il rafforzamento di meccanismi di razionalizzazione e controllo quantitativo e qualitativo della spesa pubblica (spending review). Secondo Giampaolino andrebbe ripreso con maggiore continuità e convinzione il processo volto a realizzare un abbattimento significativo del debito, attraverso la dismissione di quote importanti del patrimonio mobiliare ed immobiliare in mano pubblica.