Francia: fissato tetto stipendi per manager pubblici

di Teresa Barone

14 Giugno 2012 07:30

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Il Governo Hollande blocca i super stipendi dei dirigenti statali, che non potranno superare i 450 mila euro annui.

I manager pubblici francesi non potranno più contare su stipendi da capogiro: il Ministro delle Finanze Pierre Moscovici ha infatti annunciato il contenuto di un decreto legge, in arrivo alla fine di luglio, che imporrà un tetto massimo alle retribuzioni dei funzionari della pubblica amministrazione fissato a quota 450 mila euro annui.

Tutti i dirigenti pubblici delle società partecipate dallo Stato beneficeranno di stipendi che non potranno superare di oltre 20 volte il salario più basso percepito da un altro lavoratore della stessa azienda. Un sistema che entrerà in vigore tra il 2012 e il 2013 e che sarà seguito da successive misure volte a tagliare altre tipologie di incentivi concessi ai manager statali, come bonus e stock option.

Il provvedimento varato dal Governo Hollande impone quindi un dimensionamento delle retribuzioni dei dirigenti operativi nelle aziende a maggioranza statale, tuttavia la novità più eclatante risiede nella modalità scelta per il livellamento degli stipendi, e basata su un duplice limite: se da un lato i compensi sono calcolati sulle retribuzioni più basse che caratterizzano la busta paga dei semplici dipendenti, dall’altro lato esiste anche un limite netto paria a 450 mila euro all’anno. Secondo Moscovici “Prendere 450 mila euro l’anno non mi sembra un deterrente se vogliamo uomini e donne di qualità alla testa delle nostre compagnie. La misura è stata introdotta per rendere più etiche le compagnie e in risposta alla domanda di trasparenza e giustizia“.

Sebbene questa misura non potrà essere applicata all’interno delle aziende nelle quali lo Stato detiene quote di minoranza, il Governo francese afferma di volere intervenire anche in questi ambiti spingendo verso una moderazione delle retribuzioni in sede di consiglio di amministrazione. Un esempio di questa politica è dato dal caso che ruota intorno all’ex Ceo di Air France Pierre-Henri Gourgeon, intestatario di un cospicuo assegno del valore di 400 mila euro come trattamento di fine rapporto in seguito al licenziamento dalla compagnia di bandiera francese, al quale si deve sommare una liquidazione di 1,4 milioni di euro. Un bonus considerato tuttavia eccesivo dallo stesso Hollande e non certo buon esempio di moderazione e attenzione allo sperpero del denaro pubblico, tenendo conto del bilancio 2011 del gruppo chiuso con una perdita di 809 milioni di euro.