Il 2012 sarà un anno molto critico per il settore dei viaggi d’affari. Ma le cose potrebbero cambiare nel 2013, con un’inversione di tendenza che vedrà l’Europa occidentale al centro della ripresa con un aumento della spesa e degli spostamenti per lavoro.
A rendere noto la previsione è stato uno studio condotto dalla GBTA (Global Business Travel Association), che ha predetto una prossima ripresa di quasi tutti i principali mercati nazionali entro i prossimi 12 mesi. In particolare, il mercato dei viaggi d’affari nel Regno Unito dovrebbe poter assistere a un incremento della crescita di circa 4 punti percentuali a 42,1 miliardi di dollari, grazie a un apprezzamento del 2% nella spesa per viaggi internazionali, e del 5% della spesa per viaggi locali.
La crescita coinvolgerà anche alcuni altri mercati, come quello tedesco e quello francese. La Germania, in particolare, assisterà a un incremento di circa 5,4 punti percentuali a quota 52,9 miliardi di dollari, con il terzo trimestre del 2013 che dovrebbe rappresentare, temporalmente, il punto di svolta: nell’autunno del prossimo anno, infatti, il settore dei viaggi d’affari originati nel Paese a nord delle Alpi dovrebbe poter superare quanto conseguito nel terzo trimestre del 2008 che, fino ad oggi, ha rappresentato il picco storico del segmento. In maniera più specifica, la spesa per il business travel dovrebbe crescere del 5,6% per quanto concerne il traffico all’interno dei confini nazionali, e del 4,6% per gli spostamenti internazionali.
La crescita dello stesso settore in Francia, nel 2013, dovrebbe invece assestarsi intorno al 3,3% toccando quota 37,4 miliardi di dollari, grazie a una positiva spinta dei viaggi domestici, in grado di apprezzarsi di 5,1 punti percentuali.
Il settore dei viaggi d’affari sarà maggiormente in difficoltà nella parte meridionale dell’Europa: in particolar modo, anche nel prossimo 2013 la spesa è prevista in ripida flessione in Spagna, con un passo indietro del 4,1% e, soprattutto, all’interno dei nostri confini, con una spesa in calo del 5%.
Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna – da soli – anche nel 2013 dovrebbero poter mantenere un peso di settore pari a quasi il 70% del valore europeo.