Considerata la scarsa disponibilità di risorse, il vice ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha parlato di spending review precisando come sia “innegabile che l’amministrazione pubblica necessiti di un profondo lavoro di efficientamento e di razionalizzazione. Una dichiarazione che è un’anticamera dei contenuti più corposi, relativi all’accorpamento delle Agenzie presenti sul territorio e a tante altre iniziative che – prosegue Grilli – il governo sta ponendo in atto “perchè ritiene che ci sia una vera emergenza nel ridisegnare la macchina dello Stato”, e perchè ritiene altresì che possa essere un utile strumento di contrasto all’incremento dell’imposta sul valore aggiunto.
Ma in che modo andranno ad operare le forbici della spending review del governo? Qualche esempio è lo stesso Grilli a fornirlo, quando ricorda che “come ministero dell’Economia e delle Finanze abbiamo una moltiplicazione di strutture territoriali. A noi sembra che non sia più sostenibile che lo Stato e uno stesso ministero possa permettersi i costi di molteplici strutture territoriali che vanno razionalizzate e usate per usi simili, anche se differenti”.
Ancora, sempre in riferimento al ministero dell’economia e delle finanze, Grilli ricorda come “avevamo la struttura territoriale della ragioneria, quella degli uffici territoriali del tesoro, le entrate, le dogane, il territorio, il demanio, diciamo che queste 6 o 7 reti territoriali non sono più, secondo noi, giustificate, né possiamo sostenerle”.
Chi pensa, inoltre, che la spending review sia un’azione momentanea e a breve scadenza, si sbaglia di grosso. Il vice ministro si affretta infatti a precisare che “la spending review non è che si fa in un mese e poi ce ne si dimentica: è un cantiere e quindi continuerà”, lasciando pertanto intendere che potrebbero esservi delle integrazioni, anche importanti, alle linee guida già tracciate.
Ad ogni modo, prosegue l’esponente dell’esecutivo, il governo sembra essere particolarmente attento a recepire eventuali malumori che dovessero provenire dalle aule di Camera e Senato. “Siamo aperti attraverso la discussione parlamentare a verificare che queste preoccupazioni siano state prese in adeguata considerazione” – ha dichiarato in merito Grilli, che si è poi concentrato sulle affermazioni relative all’assenza di potenziali conflitti di interesse per l’agenzia del Territorio e a ribadire come “non sufficientemente efficiente” l’organizzazione dei Monopoli.
Infine, un cenno alle entrate dello Stato per i giochi, definite “grandissime”. “Riteniamo che dovrebbero essere ancora di più” – ha chiosato Grilli “se il contrasto all’illecito fosse più efficace. Oggi come oggi, come ha funzionato, da quando è stata costituita e soprattutto negli ultimi tempi, i Monopoli di Stato non sono stati così efficaci come avremmo voluto fossero in questo contrasto”.
“L’attività giochi in 5-6 anni èmolto cambiata. Oggi ci sono milioni di macchine punto a punto in esercizi commerciali che richiedono vigilanza e sorveglianza” – ha infine segnalato Grilli, ribadendo come i giochi abbiano una diffusione territoriale capillare che richiede una vigilanza capillare “che non può essere fatta da un’Agenzia così com’é costituita, quindi dobbiamo rafforzarne il presidio territoriale e obbligare tutte le Agenzie ad avvalersi della Gdf sul territorio, altrimenti senza quello è impossibile essere efficaci nel nuovo mondo dei giochi”.