La riforma del lavoro approvata in Parlamento e diventata legge entrerà in vigore a partire dal 18 luglio, tuttavia continua a far discutere soprattutto in merito alla nuova normativa sui licenziamenti, tanto che il Ministro del Welfare Elsa Fornero ha sentito la necessità di ribadire un concetto chiave: le nuove misure devono rappresentare per le aziende un incentivo ad assumere nuova forza lavoro, non a tagliare il personale.
Nel corso di un intervento durante l’assemblea annuale dell’Ania, il Ministro del Lavoro ha infatti esortato gli imprenditori a fare tesoro della riforma del lavoro e promuovere nuove assunzioni, utilizzando la regolamentazione per creare nuovi posti di lavoro rilanciando lo sviluppo del Paese, sempre in maggiore crisi occupazionale soprattutto nelle fasce di età giovanili: “L’imperativo per le imprese è creare lavoro, perché nessuno auspica licenziamenti. Vogliamo un mercato del lavoro dinamico e inclusivo, e inclusione oggi vuol dire fare lavoro, non licenziare, che è quello che ovviamente nessuno auspica“.
Così come non incentiva al licenziamento, la riforma contiene anche alcune normative in via di sperimentazione, pertanto non è assolutamente intoccabile e, soprattutto, necessita di un continuo controllo. È sempre la Fornero a ribadire che: “La riforma è un lavoro in progress anche se viene approvata. Dobbiamo prendere tutte le norme e misurare il grado di efficacia che hanno e se raggiungono gli obiettivi sperati. Se non li raggiungono, eventualmente, vediamo se è il caso di modificarlo“.
Se in Italia non si placano le polemiche sull’articolo 18 e sono ancora numerosi i punti di contrasto con alcune sigle sindacali, nel resto del Mondo il nuovo testo tradotto in legge sembra aver raccolto molti consensi. Ad affermarlo è il premier Mario Monti nella sua informativa al Senato sui risultati del Consiglio Europeo tenutosi la settimana scorsa, dalla quale si apprende come la riforma sia stata accolta positivamente in ambito internazionale: ”Vi assicuro che la riforma del lavoro, che in Italia non ha avuto consenso unanime, in ambienti internazionali ha avuto un grande riconoscimento. Il 27 giugno per esempio il presidente della Commissione Barroso ha espresso soddisfazione per l’approvazione del provvedimento”.