UniCredit: dal CdA ok alla riorganizzazione, operativa dal 2013

di Teresa Barone

11 Luglio 2012 07:30

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Il progetto per il riassetto organizzativo di UniCredit sarà operativo dal 2013: processi decisionali semplificati e comunicazione diretta.

Il consiglio di amministrazione di UniCredit ha dato il via libera al progetto di riassetto organizzativo della banca, che secondo quanto preannunciato dal Piano Strategico reso noto lo scorso novembre si basa sulla semplificazione dei processi decisionali, sia a livello internazionale sia locale, finalizzata a migliorare la comunicazione con la clientela e favorire una maggiore efficienza operativa.

Il progetto approvato dal CdA di UniCredit sarà portato a compimento entro la fine del 2012, tuttavia diventerà operativo dal 1 gennaio 2013: con l’appianamento dei meccanismi decisionali e dei rapporti tra banca centrale e filiali locali, inoltre, saranno anche resi più agevoli i rapporti tra i singoli country chairman e i clienti dell’istituto di credito, infatti molte delle competenze delle divisioni globali family&Sme e Private Banking saranno trasferite a ciascun Stato con un conseguente aumento degli oneri proprio sulle spalle dei country chairman.

Per quanto riguarda la distribuzione delle competenze ai vertici del gruppo, il nuovo piano prevede un rafforzamento del ruolo della holding sulla supervisione dei processi chiave, sulla gestione della performance e sul controllo interno, mentre l’Ad affiderà al direttore generale la responsabilità del performance management e delle relazioni con le autorità di vigilanza.

In ambito italiano, spetterà all’Ad Federico Ghizzoni il controllo e il rilancio del business locale, mentre la supervisione per il supporto territoriale sarà affidata al direttore generale Roberto Nicastro. La terza figura chiave è rappresentata dal country chairman Gabriele Piccini, al quale seguono 7 direttori regionali. Un primo commento sull’approvazione del riassetto del gruppo arriva dallo stesso Ghizzoni, che ha anche chiarito in che modo il progetto potrebbe avere ripercussioni sulle filiali italiane: “Nel 2009-2011 UniCredit ha tagliato 800 filiali in Italia senza traumi o problemi particolari. Il piano ne prevede altre 200 in meno ma per me è molto importante sviluppare canali integrati. Poi capiremo se saranno sufficienti le filiali attuali, se ce ne vorranno di più o di meno. Noi pensiamo aver eliminato il grande dilemma tra banca internazionale e banca locale. Manteniamo lo spirito di banca internazionale e siamo player europei primi in diverse classifiche. Abbiamo però anche scelto di dare più responsabilità localmente“.