Niente di nuovo sotto l’insegna Alitalia. La compagnia aerea di bandiera ha chiuso il primo semestre dell’anno con risultati netti negativi: in un arco temporale nel quale il fatturato è aumentato in maniera sicuramente positiva, la perdita semestrale della compagine si è tuttavia assestata oltre quota 200 milioni di euro (201 milioni di euro).
Ad ogni modo, non tutti i risultati diffusi nell’ultima comunicato semestrale sembrano evidenziare riscontri negativi. Anzi, la presenza di fattori economico finanziari di miglioramento permettono all’amministratore delegato Andrea Ragnetti di manifestare un tiepido ottimismo, affermando come “il peggio sia passato”, e come ora l’azienda possa liberamente concentrarsi sulle prospettive di crescita.
Tornando ai numeri, Alitalia ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi in incremento del 4,1% a 1.686 milioni di euro, e un load factor in sviluppo del 3,4% fino a toccare quota 71,1%. Il risultato operativo è comunque negativo per 169 milioni di euro, mentre la disponibilità liquida totale, che comprende anche le linee di credito non utilizzate, è cresciuta di 41 milioni di euro agli attuali 367 milioni.
In particolare, per ciò che concerne l’indebitamento netto finanziario, al 30 giugno l’importo era pari a 862 milioni di euro, in incremento di 8 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2011 (quando si fermò a 854 milioni di euro) e con una quota per l’indebitamento sulla flotta di aerei di proprietà pari a 658 milioni di euro.
Archiviati i termini numeri, la bussola si sposta sul futuro a breve e medio termine. Secondo quanto dichiarato dal manager Ragnetti, l’obiettivo per il prossimo triennio è accelerare la crescita dei ricavi mediante lo sviluppo di una politica commerciale che possa consentire alla compagnia di generare le risorse necessarie non solamente a garantire i risultati operativi dell’azienda (ancora in territorio ampiamente negativo) quanto anche a sostenere gli investimenti per lo sviluppo.
Commercialmente, d’altronde, la compagnia ha potuto incrementare il load factor soprattutto attraverso la riduzione dell’offerta: un segnale non certo brillante, ma comunque un’arma di breve termine piuttosto efficace per far fronte alla flessione dello 0,8% nel numero di passeggeri trasportati, ancora sopra soglia 11 milioni di unità. Per quanto concerne la quota di mercato, Alitalia è riuscita a difendere le stesse proporzioni del 2011, con una fetta non troppo inferiore al 23%.
Per quanto infine concerne l’incremento dei ricavi totali, Ragnetti ricorda come tale sia “stato possibile grazie anche allo sviluppo delle attività charter di lungo raggio, al forte incremento dei ricavi ancillari e al miglioramento dell’attività Cargo Belly che ha registrato aumenti nei ricavi (+6,2%) e nel load factor (+5%), oltre allo sviluppo di manovre di adeguamento delle tariffe al costo del carburante – in linea con i competitor di riferimento – e a una più efficiente gestione delle classi tariffarie”.