Tagliare il debito pubblico: la proposta Amato-Bassanini

di Teresa Barone

8 Agosto 2012 14:00

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Un piano per tagliare il debito pubblico recuperando 178 miliardi di euro in 5 anni: presentata la proposta Amato-Bassanini.

Ridurre il debito pubblico riportando lo scoperto entro i parametri di sicurezza attraverso un pacchetto di misure rese operative fino al 2017, spingendosi fino a farlo rientrare entro la soglia del 100% non più tardi del 2020: questo l’obiettivo ambizioso del Governo, reso concreto grazie a un dettagliato piano di intervento elaborato dalla Fondazione Astrid e presentato al Ministro dell’Economia Vittorio Grilli e al presidente del Consiglio Mario Monti.

Un progetto ambizioso snodato in sei punti chiave che consentirebbe di abbattere il debito pubblico recuperando 178 miliardi di euro in 5 anni. Tra gli autori del piano figurano Giuliano Amato e Franco Bassanini, dai quali prende il nome il testo che illustra gli interventi volti a sanare il bilancio dello Stato che attualmente si caratterizza per un debito complessivo di circa 2 miliardi di euro, con un record storico raggiunto a maggio che si ferma a 1.966,3 miliardi di euro.

Il piano Amato-Bassanini prevede 6 tipologie di intervento, un pacchetto di misure che secondo l’economista Marcello Messori, tra gli autori, rappresenta “Uno spettro di strumenti che dovrebbe permettere una riduzione del debito, ogni anno non inferiore a un punto di Pil e non superiore ai 3 punti di prodotto“. Entrando nel dettaglio delle soluzioni proposte, si parla innanzitutto della liquidazione del patrimonio immobiliare con un possibile recupero di risorse tra i 55 e gli 80 miliardi di euro (tenendo conto dell’ammontare complessivo del patrimonio in possesso della PA che si aggira intorno ai 600 miliardi di euro), al quale si aggiungerebbero circa 40 miliardi di euro provenienti dalla valorizzazione delle concessioni.

È lo stesso Bassanini a precisare come non abbia trovato approvazione “L’idea cui qualcuno all’inizio era favorevole di una patrimoniale straordinaria, ma ci siamo preoccupati anche di evitare di proporre operazioni a forte rischio di riclassificazione da parte di Eurostat, così come abbiamo scartato l’idea del fondo garantito da asset tripla A che è alla base della proposta di Vegas perché segmenta il debito pubblico“.

Altri punti chiave del programma riguardano la cessione della partecipazioni quotate (Enel, Eni e Finmeccanica in primis), con un possibile ricavo di circa 30 miliardi di euro, unitamente all’avvio di un programma di incentivi fiscali con lo slittamento della tassazione degli interessi del 12,50% sui titoli pubblici al rimborso del capitale, e la tassazione immediata al 20% per le cessioni dei titoli di Stato se avvenute prima della scadenza.

Il piano introduce anche l’obbligo di acquisto di titoli rivolto alle casse di previdenza degli ordini professionali, mentre per garantire una cospicua entrata pari a circa 37 miliardi di euro una tantum (o in alternativa 3 miliardi di euro ogni anno), gli autori propongono un prelievo in occasioni da stabilire del 25% e un prelievo a regime del 20% sui debiti per i capitali italiani non scudati in Svizzera, per i quali si stima un plafond pari a 150 miliardi di euro.