Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia, dichiara che il 2012 sarà un esercizio finanziario certamente più soddisfacente del precedente. “Quest’anno pensiamo anche di migliorare i nostri numeri” ha infatti affermato il manager, innovando le precedenti dichiarazioni del top management, che non troppo tempo fa si era limitato, forse prudenzialmente, a immaginare un 2012 con un Ebitda in linea con quello del 2011. La previsione si basava tuttavia sulla sola struttura 2011, senza tenere in considerazione gli effetti derivanti dalle acquisizioni effettuate in America Latina, dove Atlantia è intervenuta con transazioni compiute in Brasile e in Cile.
Oltre che i risultati di conto, Atlantia promette altresì nuovi e maggiori investimenti. Castellucci ha infatti ricordato come nel corso del 2011 la società riuscì a investire 1,5 miliardi di euro, per un volume di risorse che è equivalente a oltre la metà dei pedaggi incassati. Nel corso della prima parte del 2012 l’azienda ha già effettuato impieghi per 722 milioni di euro, conciliando l’esigenza espressa di “ottimizzare sempre di più i costi” con quella, altrettanto importante, di “investire per migliorare la mobilità“.
Sulla crisi internazionale e di Paese, Castellucci ha poi dichiarato di auspicare che lo spread possa presto stabilizzarsi, poiché altrimenti “parlare di infrastrutture sarebbe illusorio. Una luce in fondo al tunnel anche io la vedo, in ottica finanziaria e di stabilità dell’euro. Il governo sta lavorando in maniera molto responsabile per dare certezza e stabilità all’euro”.
Per quanto invece concerne i nuovi mercati di ingresso di Atlantia e, più in generale, il panorama dei mercati emergenti, il manager ha spiegato come il rallentamento di alcune economie in corso di maturazione possa essere “fisiologico”, ma come non vi sia necessità di preoccupazione alcuna, visto e considerato che si tratta di Paesi che “hanno avuto una pausa di riflessione, e questo è salutare”.
Infine, l’amministratore delegato di Atlantia ha anche avuto modo di commentare la proposta di defiscalizzazione delle nuove infrastrutture, lanciata dal vice ministro Caccia. Una iniziativa che il manager ha annunciato poter esser accolta bene dal mercato, poiché renderà finanziabili progetti che oggi sono invece difficilmente avviabili.