Hyundai, una dele più grandi aziende auto del mondo, ha dichiarato di aver perso circa 2.100 miliardi di won (al cambio attuale, poco meno di 1,5 miliardi di euro) come mancato guadagno per colpa degli scioperi che da oltre un mese e mezzo stanno colpendo gli impianti della società coreana. Un danno particolarmente ingente, figlio di un comportamento deliberato il 13 luglio dalle sigle sindacali che rappresentano i lavoratori della casa madre e della controllata Kia.
Alla base delle agitazioni degli operai delle due compagnie sud coreane vi sarebbe la disputa sulle condizioni di lavoro, con i sindacati che – oltre ad aver optato per almeno altri due giorni di protesta entro la fine della settimana lavorativa in corso – desiderano un incremento di salario in busta paga e un miglioramento delle condizioni di lavoro.
A tali richieste il top management della compagnia ha risposto proponendo un incremento di 95 mila won di stipendio (circa 67 euro) e premi straordinari, con un’offerta prontamente rifiutata dai sindacati, che hanno controproposto la garanzia del posto di lavoro per 13 mila lavoratori a tempo determinato (Hyundai ne offre 3 mila) entro il 2015, oltre alla fine dei turni di notte.
Gli effetti delle agitazioni si son fatti presto sentire: a luglio le esportazioni di Hyundai e di Kia sono calate del 23% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dello scorso anno, per un volume assoluto che dalle 156.200 unità del luglio 2011 è passato all’attuale volume di 120.493 unità. Con il blocco delle linee produttive, i depositi Hyundai si sono svuotati rapidamente, con significative difficoltà di reperimento dei modelli richiesti dalla clientela statunitense.
La produzione mancata per Hyundai e Kia ammonta ad oggi a 90.420 unità. Un pregiudizio che potrebbe interrompere la strada di crescita delle due società all’interno del mercato staunitense, dove il duo è riuscito a conquistare una quota di mercato vicina al 9%, contro il 2,6% del 2002. A beneficiare delle difficoltà della società coreana è Toyota, che nel corso del mese di luglio ha conquistato vendite per il 24% in più dello scorso anno.
Sono pertanto a serio dubbio le possibilità, per le due compagnie, di rispettare i target 2012.