Sono 3.900 i lavoratori Fiat di Piedimonte San Germano, vicino a Cassino, rientrati a lavoro dopo ferie e cassa integrazione. Una ripresa delle attività che tuttavia è ben lungi dall’assicurare la massima serenità alla forza lavoro dell’impianto di produzione di auto, dove il momento non è certamente dei migliori.
L’azienda ha infatti confermato il ricorso alla Cig, e fino al 9 ottobre 2012 le linee produttive andranno avanti a potenza ridotta, con due giorni di cassa integrazione guadagni alla settimana. In altri termini, per fronteggiare il drastico calo delle vendite registrate negli ultimi periodi sul mercato auto, l’azienda ha scelto di rispondere abbassando le serrande il lunedì e il venerdì.
Scongiurata l’ipotesi di accorpare l’impianto con quello di Pomigliano (una ipotesi che aveva scatenato forti agitazioni durante l’estate), le preoccupazioni sembrano ora esser direttamente riconducibili alle dichiarazioni di Marchionne che affermò come in Italia, Fiat, aveva “uno stabilimento di troppo”. Di qui la possibile riconduzione del surplus proprio a Piedimonte, dove pertanto i 3.900 lavoratori non dormono certo sonni sereni.
I sindacati cercano di correre al riparo chiedendo alla Fiat un piano industriale che spazzi via “il futuro nebuloso” cui hanno fatto più volte riferimento. Particolarmente ambita sarebbe la riconduzione, a Piedimonte, della produzione dei nuovi modelli della compagnia: non solo Delta, Bravo e Giulietta (già prodotte nell’impianto), quanto le versioni più vendute, che possano garantire linfa vitale alla struttura. “Siamo preoccupati e temiamo un ulteriore aumento della cassa integrazione” dice il segretario provinciale della Fiom, Arcangelo Compagnone. “Senza la produzione di nuovi modelli non si supererà questa fase delicata allo stabilimento di Cassino. Serve un piano industriale che indichi investimenti e tempi certi”, poiché lo stato delle cose “ci fa temere un peggioramento della situazione: non ci sono segnali positivi e abbiamo già chiesto l’intervento del governo per capire le reali intenzioni dell’azienda”.
Intanto, una soluzione potrebbe essere la potenziale partnership che la compagnia torinese potrebbe stringere con la Mazda. Un accordo che potrebbe rendere beneficiarie di nuove produzioni le strutture Fiat, alle prese con attività a singhiozzo: a Pomigliano d’Arco la società ha infatti scelto di replicare lo stop programmato dal 20 al 31 agosto 2012, anche dal 24 al 28 settembre e dall’1 al 5 ottobre. “L’annuncio della nuova cassa integrazione allo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco è la conseguenza della drammatica crisi che sta vivendo l’intero comparto, non solo in Italia” ha commentato il segretario regionale dell’Ugl Metalmeccanici Campania, Luigi Marino.