Squinzi più ottimista sul futuro dell’Italia

di Roberto Rais

6 Settembre 2012 07:30

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Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, soddisfatto dall'incontro di ieri con il premier Monti, mostrando ottimismo per il futuro del Paese.

A metà serata di ieri si è concluso l’incontro tra i rappresentanti delle imprese e il premier Mario Monti, finalizzato a porre in confronto alcune delle principali linee guida ispiratrici sul futuro dell’industria e dell’economia nazionale. Un confronto svoltosi a Palazzo Chigi, dal quale il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sarebbe uscito piacevolmente sorpreso e confortato.

“Con il governo c’è stato un clima costruttivo” ha affermato Squinzi. “Noi abbiamo fatto le nostre osservazioni e i ministri presenti hanno risposto in modo molto puntuale”. Una riunione dall’esito certamente positivo, a margine del quale il presidente Confindustria ha altresì aggiunto di augurarsi un autunno un po’ meno bollente di quello che aveva avuto modo di profetizzare solo qualche ora prima.

A preoccupare sono soprattutto gli ultimi dati della disoccupazione giovanile. “Mi angosciano” ha affermato Squinzi soffermandosi sulla percentuale (più del 35%) dei giovani privi di un’occupazione, per poi rilanciare il discorso sull’industria farmaceutica, che “non va penalizzata ma sostenuta. Abbiamo sottolineato all’esecutivo la situazione di questo settore che ci preoccupa particolarmente. L’industria farmaceutica è stata oggetto negli ultimi mesi di numerosi provvedimenti che l’anno depotenziata. Questo settore è strategico per il paese perchè fa ricerca e innovazione e non va penalizzato ma sostenuto”.

Come riportato dal TgCom di Mediaset, inoltre, a margine dell’incontro sarebbe stata raccolta anche qualche gradita dichiarazione del premier Mario Monti, che ha affermato come “oltre allo spread sugli interessi sui titoli di Stato, che incide negativamente sul costo del credito e sugli investimenti delle imprese, assume grande rilievo lo spread di produttività, che altrettanto pesantemente incide sulla capacità competitiva aziendale”.

In mattinata, Squinzi era apparso meno propenso favorevolmente nei confronti dell’esecutivo, sottolineando in particolar modo la sua insoddisfazione sulla riforma del lavoro elaborata dal ministro del welfare Elsa Fornero. “Il primo punto su cui bisogna metter mano – aveva inoltre rilanciato il numero 1 di via dell’Astronomia – è la detassazione dei salari, in modo da favorire i consumi per far riprendere l’economia che in questi mesi è sostanzialmente ferma, con un notevole calo della produzione dovuto soprattutto a un brusco stop ai consumi interni, a sua volta inibiti dall’eccessivo carico fiscale”.