Mancano soltanto due giorni al momento in cui Apple toglierà i veli al nuovo iPhone 5 e, proprio nelle ore antecedenti alla presentazione, sul Web è polemica. La Cina sembra infatti disposta a tutto per rispettare i tempi di consegna degli apparecchi e, per giungere al suo obiettivo, pare stia anche sfruttando gli studenti.
Nello specifico è di Foxconn che si parla, ovvero di quella fabbrica già sotto gravi accuse in passato per le condizioni di lavoro imposte ai propri operai, e per l’ondata di suicidi tra i dipendenti avvenuta nel 2010. Foxconn si sta occupando della produzione di iPhone 5.
Nella città di Huai’an, nella Cina orientale, migliaia di studenti universitari sono stati costretti a interrompere le lezioni e a lavorare per soli 193 euro mensili circa (1550 yuan) come operai presso Foxconn, con turni di lavoro disumani che arrivano anche a 12 ore al giorno e per 6 giorni alla settimana. Lo ha raccontato una giovane studentessa di contabilità al Shanghai Daily.
La ragazza ha raccontato che “anche se le scuole hanno siglato con Foxconn un accordo per un periodo di tirocinio, non hanno informato né studenti né genitori. Una o due scuole hanno cancellato i programmi di stage con la Foxconn, ma il mio istituto li ha confermati, punendo anche alcuni studenti che si erano opposti”. Foxconn finisce così ancora una volta sotto accusa, così come le autorità locali, che si sono giustificate pubblicamente, con un intervento in radio, spiegando che “Si tratta di tirocini obbligatori per gli studenti, che servono a sperimentare di persona le condizioni lavorative in fabbrica e a promuovere le abilità individuali”.
Nel frattempo, proseguono incessanti i rumor su iPhone 5, anche se mancano ormai pochissime ore alla sua presentazione ufficiale. Il nuovo melafonino targato Apple dovrebbe esser dotato di una connettività LTE, ovvero superveloce, diversa da quella del nuovo iPad: secondo le indiscrezioni, sarebbe compatibile con tutti gli operatori mondiali, anche in Europa e in Asia e non solo negli Stati Uniti e in Canada.