Bankitalia: cala il debito e aumentano le entrate fiscali

di Andrea Barbieri Carones

13 Settembre 2012 13:00

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Il Bollettino di Bankitalia indica che il debito pubblico è calato di 5 miliardi di euro mentre le entrate (gennaio-luglio) sono aumentate di 7,7 mld.

Il Bollettino di finanza pubblica di Bankitalia mostra che il debito pubblico italiano è in leggero calo, quasi proporzionalmente all’aumento delle entrate fiscali. Il dato reso noto dalla banca di via Nazionale indica infatti che – dopo il record di 1.972 miliardi di euro toccato a giugno – a luglio si ha avuta una piccola ma significativa diminuzione fino a 1.967 miliardi di euro.

A fronte di questi 5 miliardi in meno, c’è un +7,7 miliardi (+3,6%) che rappresenta le entrate tributarie contabilizzate dallo Stato nel periodo gennaio-luglio 2012. Da notare che considerando solo il mese di luglio, le entrate sono aumentate di 4 miliardi, pari a un +10,6% rispetto a un anno fa.

Il debito delle amministrazioni pubbliche di luglio è diminuito di 5,5 miliardi rispetto al mese precedente e risulta pari a 1.967,5 mld riflettendo essenzialmente l’avanzo di cassa registrato nel mese, pari a 5 mliliardi (5,5 miliardi escludendo la quota di pertinenza dell’Italia delle erogazioni effettuate dall’European Financial Stability Facility). Al netto di queste ultime, l’avanzo del mese è stato per 0,5 miliardi superiore a quello del corrispondente periodo del 2011.

Su questo risultato complessivo hanno giocato un ruolo chiave i maggiori esborsi a favore dei Paesi dell’Eurozona (pari a circa 17,1 miliardi, contro i 7,1 miliardi del 2011); per quanto riguarda le entrate, sono risultati elementi fondamentali le misure relative alla Tesoreria unica, che hanno comportato l’incasso di 9 miliardi da parte degli enti decentrati presso la Tesoreria centrale, e in precedenza nelle mani del sistema bancario.

Intanto la Bce continua a puntare sul risanamento completo dei conti italiani, senza il quale ci sarebbero forti rischi. Nel suo bollettino mensile, Eurotower spiega che questo permetterebbe “di stabilizzare il rapporto debito/Pil ai livelli attuali e non fornirebbe un margine di sicurezza adeguato in caso di andamenti macroeconomici avversi”.

Per questo motivo, Mario Draghi ha affermato che i governi dell’Eurozona devono essere pronti ad attivare l’Efsf o l’Esm in caso di circostanze eccezionali in caso di rischio di stabilità finanziaria “nel rispetto di condizioni rigorose ed efficaci in conformità con le linee guida stabilite”. Allo stato attuale, se l’Italia riuscirà a centrare tutti gli obiettivi presenti nel programma di stabilità, il rapporto debito/Pil raggiungerà il 123% nel 2012, e poi – entro il 2020 – dovrebbe scendere sotto la fatidica soglia del 100%.

Il bollettino Bce contiene anche un riferimento al PIL, che nell’Eurozona è previsto al ribasso con una percentuale compresa tra -0,2% e -0,6%, contro la stima di giugno compresa tra -0,5% e +0,3%. Per il 2013, si prevede che il Pil possa variare tra -0,4% e +1,4%.