La fiducia delle imprese italiane è crollata ai minimi da 3 anni e mezzo a questa parte. Stando a quanto affermato dall’Istat, infatti, l’indice che misura la fiducia delle attività produttive nel mese di settembre è diminuito a quota 75,5 punti, contro i precedenti 79 punti (a marzo 2009, ultimo record negativo, era a quota 73,2 punti).
A pesare sul dato complessivo è soprattutto l’indice di settore dei servizi di mercato, mentre nei settori dell‘industria manifatturiera, delle costruzioni e del commercio al dettaglio, l’indice ha mostrato qualche lieve miglioramento. Sui servizi, invece, crollano i giudizi (da -20 a -26), e le attese sugli ordini (da -11 a -17), oltre al saldo delle attese sull’economia italiana (da -43 a -50).
Esulando dal comparto dei servizi, e andando a guardare cosa accade tra le imprese manifatturiere, l’indice del clima di fiducia è cresciuto dagli 87,3 punti di agosto agli 88,3 punti di settembre, mentre tra le imprese di costruzione l’incremento è avvenuto dagli 82,4 punti di agosto agli 86,5 punti di settembre. Migliorano altresì, pur leggermente, le attese di produzione e i giudizi sulle scorte di magazzino, mentre è la stabilità a contraddistinguere i giudizi sugli ordini delle imprese manifatturiere.
Per quanto riguarda l’analisi di dettaglio per raggruppamenti di industrie, il miglioramento concerne prevalentemente le attese di produzione dei beni strumentali, con passaggio da – 8 a – 4, e negli intermedi, da – 13 a – 12. Peggiorano invece le attese sui beni di consumo, con saldi da – 4 a – 6. Nelle costruzioni, calo ulteriore per i giudizi sugli ordini e sui piani di costruzione, da – 44 a – 46, mentre migliorano le attese sull’andamento dell’occupazione, da – 17 a – 5.
Infine, l’indice di clima di fiducia nelle imprese di servizi di mercato subisce una contrazione dai 78,5 punti di agosto agli attuali 72,1 punti, mentre aumenta da 75,3 punti a 78,5 punti nelle imprese del commercio al dettaglio, sia per quanto riguarda la distribuzione tradizionale (da 85,5 punti a 86,2 punti) sia, soprattutto, nella grande distribuzione (da 63,1 punti a 70,5 punti).