Il decreto Salva Italia ha stabilito l’accorpamento dei tre enti previdenziali pubblici – Enpals, Inpdap, Inps – all’interno di un unico soggetto, comunemente definito “Super Inps“. L’obiettivo è ovviamente quello di generare maggiori sinergie tra le tre “divisioni”, e conseguire un risparmio derivante dalla realizzazione di economie di scala nel settore delle pensioni.
Peccato che, conti alla mano, la meta sia ben lontano dall’apparenza, e che la stablità dei conti degli enti previdenziali sia in grado di generare ben più di qualche preoccupazione. A rasserenare gli animi è comunque intervenuta il ministro del Lavoro Elsa Fornero, che a margine di un incontro svoltosi all’Unione Industriale di Torino, ha affermato che sui conti dell’Inps “non c’è nessun allarme” e che “sono dati che erano conosciuti, e che l’Inpdap fosse in disavanzo non è una novità, quindi non c’è allarme”.
“Noi – ha poi aggiunto il ministro – volevamo ridurre i costi di gestione, dobbiamo riuscirci. Ma i costi della previdenza sono legati alle regole per le pensioni e quindi scenderanno man mano che si realizzeranno i risparmi prodotti dalla riforma pensionistica”. Il ministro ha poi spiegato che “non si fa risparmio sulle pensioni mettendo insieme Inps o Inpdap o altri enti, lo si fa su oneri di gestione e di amministrazione e su quelli dobbiamo agire, cioè devono costare meno. E l’ente unico dovrà costare meno, e credo lo farà”.
Di simile opinione è il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, che afferma che non vi sia alcuna preoccupazione sulle risorse Inps destinate a pagare le pensioni. “Il bilancio dell’Inpdap è chiaramente in disavanzo perchè negli ultimi anni c’è stato un turn over che ha portato a un aumento dei pensionati e alla diminuzione dei dipendenti. Nel momento in cui il nuovo ente ha inglobato l’Inpdap, è chiaro che questo disavanzo si verifica contabilmente anche nel nuovo Inps. Dico contabilmente – conclude Mastrapasqua – perchè lo Stato ha sempre fatto fronte al piano dei disavanzi anticipando finanziariamente le risorse necessarie. Non c’è nessun allarme e nessun problema”.
Non si illudono, invece, le principali associazioni dei consumatori e degli esercenti: Confcommercio, ad esempio, denuncia da diverso tempo come la contribuzione Inps per l’indennità di malattia versata dalle imprese del settore terziario sia in grado di produrre “un avanzo strutturale di oltre un miliardo e mezzo di euro l’anno, che finisce in solidarietà impropria, producendo un più alto costo del lavoro per le imprese stesse”.
“Quanto riportato da alcuni organi di stampa, relativamente alla nota di assestamento del bilancio Inps, ricalca una situazione analoga che rischia di estendersi e amplificarsi su tutto l’Istituto, se non affrontato in maniera adeguata e tempestiva. E’ dunque sempre più urgente non solo predisporre sistemi di contabilità analitica, ma anche attuare una netta separazione delle gestioni ex Inpdap con l’obiettivo di porre gli interventi necessari a carico di quegli stessi ambiti che incidono negativamente sul patrimonio dell’Ente. Siamo certi che nessun Governo possa immaginare soluzioni diverse che avrebbero ricadute gravissime sul mercato del lavoro e sulle pensioni”.