Ilva: il risanamento ambientale è legge

di Floriana Giambarresi

3 Ottobre 2012 14:30

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Il senato ha appena approvato il decreto legislativo sull'Ilva per il risanamento ambientale con 247 sì e 20 no: è legge.

Viene convertito in legge il provvedimento che resa disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto. È quanto ha appena deciso il Senato, che ha appena approvato il decreto legislativo sull’Ilva con 247 sì e 20 no.

“Nella tormentata e complessa vicenda dell’Ilva di Taranto, il decreto oggi convertito in legge rappresenta una prima risposta che governo e Parlamento hanno messo a disposizione nei confronti di una città che ha pagato un tributo altissimo a scelte di un’altra fase della nostra storia industriale, ma facendo al contempo fronte a una emergenza nazionale di straordinaria gravità”. Così commenta il senatore Salvatore Tomaselli del Partito Democratico, il quale ha concluso spiegando che “l’auspicio è che i lavori per la definizione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale a cui si sta lavorando al ministero dell’Ambiente, si concludano al più presto”.

Con la stragrande maggioranza dei voti, il Senato ha dunque approvato quel provvedimento che contiene disposizioni per la bonifica del teritorio di Taranto. Nel frattempo è terminata la protesta degli operai che da oltre una settimana stavano protestando sulla passerella dell’altoforno 5 e sulla torre del camino E 312.

Gli operai hanno preso questa decisione dopo le garanzie che hanno ricevuto circa l’incontro che avranno modo di fare con il prefetto Claudio Sammartino e il presidente dell’azienda Bruno Ferrante. La protesta è legata alle loro preoccupazioni per le possibili ricadute sul lavoro che potrebbero essere determinate dal sequestro dell’area a caldo disposto dal gip del tribunale jonico.

L’incontro tra le parti si svolgerà negli Uffici direzione del siderurgico e, come commentato da Salvatore Tomaselli, “la vicenda dell’Ilva di Taranto è il paradigma di un’Italia che rischia di perdere uno dei pezzi più significativi del suo patrimonio industriale”.