Momenti decisivi per il destino degli esodati. Protagonisti, in un frequente scambio di missive, la Commissione Lavoro alla Camera da una parte, e il ministero del Lavoro (in collaborazione con il Tesoro) dall’altra. L’obiettivo è quello di estendere i confini della platea di esodati da salvaguardare. Il pericolo, che i soldi non bastino e che pertanto, alla fine, il governo blocchi la proposta di legge bipartisan per allargare – come nei progetti iniziali – la sopra ricordata platea.
Le indiscrezioni delle ultime ore avevano infatti collimato nella notizia che il governo avrebbe dato un no definitivo alla proposta di Damiano (Pd), che voleva ampliare la platea degli esodati andando a ritoccare la riforma delle pensioni mediante l’inserimento di una serie di gradini che avrebbero permesso ai lavoratori di 58 anni di età anagrafica di poter andare in pensione con 35 anni di contributi (fino al 2017). L’intenzione di Damiano, per quanto teoricamente non rigettata dal governo, non troverebbe tuttavia l’adeguata copertura finanziaria.
Di qui la possibilità di una inversione di rotta da parte del governo, a meno che non si riesca a quadrare il cerchio della più volte citata copertura finanziaria, che dovrebbe passare attraverso una revisione della tassazione dei giochi online, con una norma a sua volta bocciata dalla commissione Finanze della Camera, che ha di fatto invitato le parti a cercare un’altra forma di copertura, poiché “le misure di incremento delle entrate derivanti dai giochi pubblici, oltre a non determinare il gettito aggiuntivo necessario per far fronte agli oneri del provvedimento, rischierebbero di compromettere le stesse entrate erariali finora assicurate da tale comparto“.
Chi non vuol star a sentir parlare di copertura è invece lo stesso propositore delle modifiche, tanto che nei suoi interventi Damiano ricorda come con il decreto Salva Italia sarebbero stati risparmiati ben 12 miliardi di euro grazie alla riforma delle pensioni, che per gli esodati ne sono stati spesi finora 9. Ne conseguono 3 miliardi di euro, da utilizzare per le proposte di cui sopra. Tre miliardi che tuttavia potrebbero non bastare, poiché secondo più parti, il costo delle modifiche intentate da Damiano avrebbero un’onerosità di almeno 5 miliardi di euro.