Nel 2013 l’Italia uscirà dalla recessione anche se è previsto un ulteriore calo del PIL nella prima parte del prossimo anno per poi stabilizzarsi nel corso dell’estate. Insomma: il clima di fiducia si riaffaccerà e la Penisola, insieme al resto d’Europa, uscirà lentamente dal tunnel della crisi.
Gli analisti di Bankitalia, che hanno redatto il periodico Bollettino Economico, non hanno dubbi nel rimandare a settembre l’inversione di tendenza dell’andamento economico nazionale e “a un rapido ritorno alla crescita, che può contribuire a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia” anche grazie al governo, che “ha preso ulteriori provvedimenti, che mirano a rendere più efficiente la Pubblica amministrazione e a favorire lo sviluppo di imprese innovative. E’ cruciale procedere con decisione e tempestività nell’attuazione delle misure già adottate”.
Fra le cose che preoccupano è il mercato del lavoro, le cui prospettive restano incerte soprattutto per i giovani e per le donne soprattutto nelle regioni meridionali: “L’occupazione si è mantenuta pressoché stabile nel secondo trimestre, ma l’aumento dell’offerta di lavoro – concentrato tra i giovani, le donne e nelle regioni meridionali – ha sospinto il tasso di disoccupazione sopra il 10 per cento. Le retribuzioni lorde si sono ridotte in termini reali. Le informazioni più recenti e le inchieste qualitative presso le imprese prefigurano un quadro occupazionale ancora sfavorevole”.
Qualche spiraglio positivo si vede dal rallentamento dell’inflazione, che in questi ultimi 2-3 mesi del 2012 dovrebbe ridursi al punto che “Le pressioni sui prezzi dovrebbero attenuarsi riflettendo la debolezza della domanda. Il divario di inflazione rispetto alla media dell’area dell’euro, sceso a 0,7 punti percentuali in settembre, sarebbe per quasi la metà ascrivibile agli effetti della tassazione”.
A proposito di tasse, il bollettino di via Nazionale indica che nei prossimi 3 anni i conti pubblici miglioreranno “nonostante il quadro congiunturale non favorevole”. In particolare, “l’indebitamento netto scenderebbe in misura significativa sia nell’anno in corso sia nel prossimo, nonostante l’indebolimento congiunturale. In coerenza con gli impegni presi in sede europea, nel 2012 il disavanzo si porterebbe al di sotto del 3% del PIL; per il 2013 si programma l’avvio della riduzione del rapporto tra il debito e il prodotto e il conseguimento del pareggio di bilancio in termini strutturali (a fronte di un avanzo dello 0,2% del PIL nel quadro tendenziale)”.
Per quanto riguarda i mercati, l’analisi è che continuano a rimanere “fragili e incerti”, nonostante un clima in migliroamento. E le banche? Sono ancora solide e affidabili ma “se la qualità del credito e la redditività risentono del peggioramento della congiuntura economica, la patrimonializzazione degli istituti si è rafforzata, al punto che i coefficienti patrimoniali dei 5 maggiori istituti di credito italiani hanno continuato a migliorare nel secondo trimestre del 2012, soprattutto grazie a una riduzione delle attività ponderate per il rischio”.