Esodati: altri 8.900 da salvaguardare

di Andrea Barbieri Carones

18 Ottobre 2012 10:00

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Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa, ha reso noto che ci sono 8.900 nuovi esodati; il numero totale ora è di 130mila.

Secondo le norme contenute nel decreto Salva Italia, altri 8.900 esodati nel biennio 2013-2014 matureranno il diritto a essere salvaguardati dallo Stato che, pertanto, dovrà trovare 440,8 milioni di euro per coprire questo piccolo esercito di italiani rimasti senza lavoro e allo stesso tempo senza titoli per ricevere una pensione.

Lo ha riferito Silvano Moffa, il presidente della comissione Lavoro della Camera, che ha precisato anche che si tratta di dati provenienti dall’Inps e da questo forniti al ministro Elsa Fornero. La platea degli esodati, pertanto, si allarga ulteriormente fino a sfiorare le 130mila unità complessive, cosa che ha richiesto uno stanziamento che a questo punto supera i 9 miliardi di euro.

La difficoltà ammessa dallo stesso Moffa è il reperimento di tali somme, visto che per il momento l’esecutivo ha stanziato solo 100 milioni di euro per il 2013 mentre ne mancano altri 340 per l’anno successivo. Sempre con riferimento alla nuova platea degli 8.900. “Il ministro Fornero – ha detto il deputato Moffa – punta a risolvere la questione sulla falsariga di quanto già avvenuto per i 120mila esodati individuati nei mesi scorsi. Il problema chiave, però, non è tanto capire la quantità di esodati bensì capire quali siano coloro che abbiano le reali qualifiche per accedere alla copertura. Non si tratta tanto di individuare delle categorie di persone in base al loro lavoro ma di individuare i singoli individui, dando loro un nome e un cognome”.

Questo gruppo di persone comprende un numero di lavoratori (in fase ancora di individuazione) che sono andati in pensione in seguito ad accordi nazionali, mentre rimangono fuori coloro che sono andati in pensione sottoscrivendo accordi di esodo volontario su base territoriale.

Nel frattempo, il governo starebbe lavorando per far decadere il disegno di legge bipartisan che prevedeva un notevole ampliamento della platea dei cittadini rientranti nella categoria degli esodati e un ritorno alle pensioni di anzianità: il motivo è che non sarebbe stato sostenibile da un punto di vista finanziario, come ha sancito la stessa Ragioneria dello Stato, che ha rigettato la proposta per mancanza di coperture finanziarie.