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La Pkb di Lugano è la prima banca svizzera ad aver “traslocato” a Panama aprendo un banking center, il primo di un lungo elenco di istituti bancari elvetici che emigreranno all’estero nel tentativo di frenare la fuga di clienti: a ipotizzare questo esodo è il quotidiano elvetico Le Temps, che cita proprio la banca luganese come primo esempio di “insediamento sulle rive del canale“.
Saranno numerose, stando a quanto afferma il tabloid, le banche svizzere che si trasferiranno a Panama a causa dell’accordo fiscale Rubik che, per il momento, vede coinvolti alcuni Stati Europei come Regno Unito, Germania e Austria, e a breve potrebbe essere siglato anche con l’Italia.
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Secondo il protocollo Rubik, infatti, viene attivato un sistema di scudo fiscale che prevede un prelievo di imposta liberatoria variabile tra il 15% e il 41% come copertura delle imposte evase sia in Svizzera sia nello Stato “cliente”. La banca elvetica si impegna a mantenere l’anonimato sui titolari dei conti, diventando a tutti gli effetti sostituto di imposta per lo Stato sulle tasse da versare in futuro.
È proprio l’entità dell’imposta liberatoria che sta spingendo numerosi correntisti a spostare i capitali altrove, come spiega il docente di economia Sergio Rossi: “Teniamo presente che quei clienti che non intendono pagare l’imposta liberatoria, proposta dal modello Rubik, da qualche parte devono sistemare i loro averi visto che, dalla Svizzera, se non li dichiareranno, dovranno portarli fuori. E non è un caso se proprio di recente il Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha messo in guardia Singapore, dal prestarsi a triangolazioni finanziarie sottobanco, con le banche svizzere ed i loro clienti tedeschi“.