Tempi duri per le famiglie italiane, il 18% delle quali – cioè 4,5 milioni – non è riuscita a coprire per intero negli ultimi 6 mesi le spese familiari. Lo rivela l’Osservatorio Confcommercio-Censis presentando a Roma l’Outlook dei consumi sul clima di fiducia e sulle aspettative delle famiglie nella seconda metà del 2012.
I dati prodotti dall’indagine campionaria mostrano un panorama di grande e crescente affanno. Nel complesso, il 65% delle famiglie va sostanzialmente in pari tra entrate ed uscite ma dimuisce la capacità di risparmio, per la maggior parte ridotta a zero, ed aumenta il numero delle famiglie insolventi. Dei nuclei familiari che non arrivano a fine mese molti sono costretti a ricorrere ai risparmi in banca (56%), mentre il 21% si indebita o non potendo pagare per tempo deve chiedere il posticipo dei pagamenti.
Anche chi ha contratto un mutuo immobiliare (circa il 15% del campione) è sempre più in difficoltà a restituire la rata: a settembre 2012, crescono sia le famiglie che dichiarano di aver avuto problemi (14,7% contro l’8,3% di giugno 2011), sia quelle che non sono state in grado di rispettare le scadenze (4,7% contro il 2,2%).
In questa situazione prevale naturalmente un atteggiamento prudente e più spesso di rinuncia con il risultato di una stagnazione dei consumi. E’ infatti in continuo calo la percentuale delle famiglie che prevedono di effettuare spese per la ristrutturazione della casa o acquisti di elettrodomestici e mobili o di acquistare l’autovettura.
Tagliare il budget familiare e fare sacrifici è diventato un imperativo: oltre il 94% degli intervistati elimina gli sprechi, l’83% cerca cibi meno costosi rispetto al passato, ma soprattutto più del 65% cerca di ridurre gli spostamenti con auto o moto per evitare spese sul carburante.
Secondo Confcommercio-Censis i più si adattano alle circostanze in vista di un peggioramento della crisi rimanendo critici verso le misure del governo e la classe politica giudicata mediocre.
Solo il 10% degli intervistati dichiara infine di sentirsi confuso dalla crisi, il 40,8% afferma che taglierà i consumi mentre una percentuale del 29% ammette di voler mantenere il proprio tenore di vita, magari con priorità di spesa differenti.