I giovani imprenditori italiani, riuniti da oggi a Capri, lanciano accuse e strali contro l’attuale governo e contro le misure che ha messo in atto negli ultimi mesi e che “hanno accresciuto troppo la pressione fiscale, portandola in alcuni casi a superare il 68% del fatturato, anche se quella ufficiale è al 45%”.
“Una percentuale assurda”, come dice il loro leader, Jacopo Morelli, che chiede all’esecutivo di abbassarla in maniera radicale in modo da rilanciare l’economica e per dare fiducia ad aziende, manager e imprenditori che in Italia lavorano.
Probabilmente attendendo delle critiche aspre e feroci al suo operato, il presidente del Consiglio, Mario Monti, aveva inviato un messaggio ufficiale ai giovani riuniti in assemblea, con un testo che puntava a buttare acqua sul fuoco e a spiegare la giusta direzione del suo operato a Palazzo Chigi: “L’Italia ha fatto in questi mesi scelte difficili e ha introdotto riforme importanti per cercare di voltare pagina dopo un periodo – dal quale non siamo ancora usciti – caratterizzato da bassa crescita, bassa occupazione e debito elevato. Per uscire da questa situazione occorre puntare molto sull’Unione europea e su azioni incisive da prendere a livello comunitario. E’ importante che i giovani imprenditori percepiscano l’Unione europea come un orizzonte irrinunciabile per la loro azione e si impegnino direttamente a progettarne il futuro”.
Ma i giovani di Confindustria hanno parole di fuoco anche verso i dilettanti della politica: “Via dalla politica i ladri, gli ignoranti e gli incapaci” ha detto Jacopo Morelli. “Non possiamo accettare che in Italia le cariche pubbliche siano viste come una scorciatoia per fare carriera e per arricchirsi, entrando a far parte della lunga lista di soggetti parassitari”.
Il presidente degli “under 40” di via dell’Astronomia ha poi snocciolato dati emblematici della situazione italiana, che vede una perdita di 2mila occupati al giorno e una base industriale che si è ristretta del 20% nel giro di poco tempo dove le misure del governo hanno portato molto rigore ma poca crescita. “Se le imprese dei giovani chiudono, il Paese non può avere futuro. Per questo motivo dico che bisogna dare ossigeno alle imprese, aiutandole a creare lavoro. Occorre ridare subito fiducia agli italiani abbassando, in maniera sostanziale, la pressione fiscale su chi lavora e sulle imprese che reinvestono”.
In particolare, i giovani di Confindustria ricordano che il taglio dell’Irpef – in seguito alla legge di Stabilità – è stato annullato dall’aumento dell’Iva. “L’evasione fisale va contrastata e combattuta – hanno detto dal palco i relatori – e ai cittadini con i redditi più bassi occorre lasciare più soldi in busta paga, in modo da rilanciare la domanda interna e, quindi, tutta l’economia”.