Le vendite di auto Chrysler nel mondo spingono il fatturato e gli utili Fiat, come reso noto da una nota della stessa Casa guidata da Sergio Marchionne, che nella giornata di oggi ha snocciolato i dati relativi a vendite, fatturato e utili.
La trimestrale parla di utile netto di 286 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 112 milioni di euro dello stesso trimestre del 2011. Balzo in avanti anche per i ricavi che hanno chiuso a +16% toccando quota 20,4 miliardi di euro. In base a quanto comunicato, l’azienda prevede di raggiungere il pareggio per la sua attività in Europa non prima del 2015-2016, vista la crisi di vendite che sta attanagliando tutta l’industria automobilistica. Cresce anche il debito, passato da 5,4 a 6,7 miliardi di euro.
Proprio dal vecchio continente, infatti, arrivano le brutte notizie per il Lingotto: rosso di 238 milioni di euro, con 3,1 milioni di veicoli commercializzati a livello di gruppo e prospettive negative per quanto riguarda non solo gli ultimi 2 mesi del 2012, ma anche per l’intero 2013 e forse per una parte del 2014 senza tuttavia che questa situazione interferisca negativamente sul programma di investimenti in Italia.
Nel terzo trimestre, più della metà del milione di vetture vendute dal gruppo nel mondo sono state acquistate da clienti residenti in nord America, contro le 206mila dell’area Emea, che oltre all’Europa comprende anche Africa e Medio Oriente (-15% sullo stesso periodo del 2011). Per l’intero 2012, le previsioni – che a questo punto dell’anno sono piuttosto precise – parlano di ricavi di 83 miliardi di euro, utile netto di 1,2 miliardi e utile della gestione ordinaria di 3,8 miliardi di euro, con un debito che dovrebbe scendere a 6,5 miliardi.
Ritornando invece agli stabilimenti situati su suolo italiano, il CEO Sergio Marchionne ha tolto ogni dubbio in merito confermando che nessun sito produttivo sarà chiuso. “Questa scelta – dice una nota del Lingotto – prevede anche che l’azienda focalizzi la sua attenzione sui grandi marchio premium come Maserati e Alfa Romeo, che sono quelli che più hanno margine di crescita. Fiat sceglie questa strada rispetto al rimanere focalizzati su un mercato di massa non premium e razionalizzare la capacita produttiva chiudendo uno o più impianti”.
Intanto l’azienda produrrà in Italia ben 17 nuovi modelli fra il 2013 e il 2016, in maniera graduale: 3 di queste nel corso del prossimo anno (l’Alfa 4C e 2 Maserati nel planti di Grugliasco, presso Torino), 6 nel 2014, 5 nel 2015 e 3 nel 2016.
Vista la diminuzione della domanda in Europa, Marchionne ha previsto il taglio del target sui volumi di produzione di auto nel corso del 2014: se qualche mese fa si parlava di 6 milioni di unità prodotte, ora si è scesi a sotto i 5 milioni a una cifra compresa tra i 4,6 e i 4,8 milioni.