Eni chiude il terzo trimestre dell’anno con risultati in decisa crescita. Il merito è riconducibile al conseguimento di plusvalenze per 1,15 miliardi di euro derivanti dalla cessione della quota del 5% nella Galp Energia, e nella rivalutazione della quota del 20% detenuta in Snam, dopo la cessione della maggioranza delle partecipazioni stesse alla Cassa depositi e prestiti. Una tassazione più favorevole e l’incremento della produzione degli idrocarburi (+16%, grazie anche al ritorno alla normalità delle attività in Libia), permettono a Eni di chiudere il periodo con sicura soddisfazione.
Complessivamente, la società italiana ottiene un utile netto che – senza tenere conto delle componenti straordinarie e del contributo delle attività di Snam – è pari a 1,78 miliardi di euro, in incremento del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2011, e conducendo il totale dell’utile dei primi 9 mesi a quota 5,61 miliardi di euro. L’utile operativo adjusted è invece pari a 4,36 miliardi di euro, in incremento del 2,2%.
A commentare i dati ci ha pensato l’amministratore delegato Paolo Scaroni, che ricorda come “nel terzo trimestre Eni ha conseguito ottimi risultati grazie alla crescita della produzione, sostenuta dal continuo miglioramento delle attività in Libia. Nei settori del gas, della raffinazione e della chimica abbiamo contenuto l’impatto di uno scenario europeo ancora difficile”.
“La dismissione delle quote in Snam e Galp – conclude infine il manager – rafforza la nostra struttura finanziaria, garantendoci la solidità necessaria per perseguire le eccellenti prospettive di crescita del nostro portafoglio di progetti di sviluppo e dei nostri eccezionali successi”.
Il chief financial officer, Alessandro Bernini, durante la conference call con gli azionisti ha ricordato l’intenzione di monetizzare anche le partecipazioni residue che Eni detiene in Galp e Snam, evidenziando tuttavia di non avere fretta nel cedere le quote nel capitale delle due partecipate.