La costruzione del ponte di Messina potrebbe ssere affidata a un’azienda cinese, che si sarebbe fatta avanti con soldi e know how. Lo ha riferito Piero Ciucci alla commissione Lavori Pubblici del Senato: l’amministratore unico di Anas e CEO della società Stretto di Messina ha infatti sottolineato che c’è stato un cosiddetto “memorandum of understanding” tra la sua azienda e la China Communication Costruction Company (CCCC), aggiungendo anche che “non c’è alcun contratto né un impegno, ma solo un interesse a realizzare l’opera” da parte dell’azienda dell’Estremo Oriente.
Mentre un decreto legge del 2 novembre scorso rinvia al 2014 ogni decisione sul via libera o meno dei lavori, è spuntato anche il nome della potentissima China Bank, della China Investment Corporation e della China Development Bank come possibili finanziatori del ponte, completando un quadro che vede dunque il marchio della Cina sia sulla costruzione sia sullo stanziamento delle risorse per farlo.
“Nessuno firma un contratto in bianco se non è ancora chiara la posizione del Governo” ha aggiunto Ciucci spiegando che è ancora presto per fare previsioni e sottolineando che fino a questo momento il ponte sullo Stretto di Messina ha inciso sulle finanze dello Stato italiano solo per 13 milioni di euro.
La società guidata da Piero Ciucci, intanto, ha avviato degli incontri con il contraente generale Eurolink (guidato da Impregilo) in un primo tempo incaricato della costruzione del collegamento stradale e ferroviario tra Calabria e Sicilia, al fine di avviare le negoziazioni per raggiungere un accordo integrativo entro il primo marzo 2013, “pena la revoca della concessione e dei contratti collegati“. Ma non è tutto: entro 2 mesi dall’accordo integrativo con il general contractor, “la società Stretto di Messina deve presentare al Cipe il progetto definitivo per la costruzione della struttura“. In questo caso, però, deve essere chiarito come questo si inserisca rispetto al fatto di aver già presentato un progetto definitivo.
A questo punto, è prevista la valutazione tecnica del Cipe e – entro 540 giorni – si dovrà ottenere la migliore offerta di finanziamento senza la quale la società Stretto di Messina sarà messa in liquidazione. In caso di mancata realizzazione del ponte, non sono previste penali da pagare. Lo Stato dovrà pagare le prestazioni effettivamente erogate, alle quali va aggiunta una maggiorazione del 10%. Fino a oggi, tali prestazioni ammontano a circa 80 milioni di euro.
Piero Ciucci, infine, ha fatto rilevare ai senatori in ascolto l’importanza di un’opera “che ci viene invidiata dalla comunità scientifica internazionale“: uno studio dell’Università Bocconi di Milano ha infatti mostrato che se il progetto andasse a buon fine, sarebbero impiegati 3.500 lavoratori diretti ai quali se ne aggiungerebbero 900 indiretti. L’occupazione nella fase di punta sarebbe di 6.500 unità.