Mentre si attende la conclusione dell’accordo sulla produttività tra il Governo e le parti sociali, l’Istat diffonde alcuni dati che mostrano come l’economia italiana sia praticamente ferma da 20 anni proprio dal punto di vista dei processi produttivi.
Secondo l’Istat, infatti, nel periodo compreso tra il 1992 e il 2011 la produttività totale ha mostrato un aumento medio pari allo 0,5%. Una percentuale molto bassa che è il risultato di una serie di parametri presi in esame: il valore aggiunto ha visto una crescita media dell’1,1%, mentre per quanto riguarda le ore lavorate l’aumento è stato vicino allo 0,2%.
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Prendendo in esame solo il 2011, invece, la produttività complessiva è cresciuta dello 0,4% e quella del valore aggiunto dello 0,3%. Si tratta di cifre preoccupanti che dimostrano come le imprese nazionali abbiano ancora molta strada da fare dal punto di vista della competitività, come ha sottolineato il presidente del Codacons Carlo Rienzi: ”I dati sulla produttività diffusi oggi dall’Istat sono allarmanti, e dimostrano la scarsa competitività delle aziende italiane rispetto alla concorrenza europea.”
A segnare il netto distacco tra l’Italia e altri paesi come la Germania e la Francia sono i costi eccessivi che gravano sulle aziende, oneri economici che riguardano una pluralità di settori, da quello bancario a quello assicurativo, passando senza dubbio attraverso le ingenti spese che le imprese devono sostenere in materia di energia e tariffe: sono tutti fattori che fanno lievitare i costi dei beni e dei servizi provocando inevitabilmente un calo della produttività.