Con l’aggravarsi della crisi economica, aumentano le ore di cassa integrazione che interessano i dipendenti delle aziende italiane. Secondo stime effettuate a livello nazionale, nei primi 11 mesi del 2012 ammonterebbe a 4 miliardi di euro la perdita di reddito complessiva, con un dato unitario di 7.400 euro.
E si prevede che nel 2013 vada ancora peggio visto che le somme stanziate dal governo non sarebbero sufficienti per accontentare tutti. Questi numeri sono stati resi noti dall’Inps, che ha sottolineato che 520mila persone sono a casa “a zero ore”, con poco più di 1 miliardo di ore perse in tutto il Paese (+11,8% sullo stesso periodo del 2011), con la concreta possibilità di toccare 1,2 miliardi a fine anno, come il 2010 da tutti considerato l’annus horribilis delle aziende italiane.
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Secondo gli addetti ai lavori, il reale numero di lavoratori interessati da riorganizzazioni e ristrutturazioni aziendali è molto più alto e comprende almeno un milione di persone. Del resto novembre è stato il 47° mese di fila interessato dalla crisi, come sottolineato dal segretario confederale Cgil, Elena Lattuada, preoccupato dal fatto che il governo ha destinato risorse insufficienti per far fronte agli ammortizzatori sociali, che dovrebbero invece toccare i 2 miliardi di euro.
Tornando ai dati ufficiali, durante lo scorso mese di novembre sono state autorizzate 108.260.704 ore di cassa integrazione, con un incremento del 5,12% su ottobre e addirittura del 27,48% sullo stesso mese del 2011. La cassa integrazione ordinaria (sempre considerando gennaio-novembre) ha toccato i 309,5 milioni di ore con un super aumento del 55,34% sui primi undici mesi del 2011. In leggero calo la cassa straordinaria (-6,2% tendenziale), che in questo periodo ha toccato i 366,6 milioni di ore. Aumento anche per la cassa integrazione in deroga (che garantisce un sostegno ai lavoratori delle imprese fino a 15 dipendenti) che ha toccato quota 327,9 milioni di ore con un incremento del 9,25% tendenziale.
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Uno studio della Uil ha invece sottolineato che anche se si è in presenza di un dato macro che individua nel Nord l’area maggiormente sofferente “i dati provenienti dalle regioni, evidenziano che è la Basilicata a mostrare il maggior aumento di ore richieste rispetto ad ottobre (+75,4%)“.