Una recente sentenza emessa dalla Corte di Cassazione fa luce sulla spinosa questione della revoca degli incarichi ai dirigenti: secondo la Suprema Corte, infatti, esistono casi specifici che rendono legittimo un tale intervento disciplinare.
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La sentenza n. 8846 depositata l’11 aprile 2013, ad esempio, sancisce la legittimità della revoca dell’incarico al dirigente che minaccia di denunciare i propri superiori, un comportamento giudicato altamente lesivo dei doveri d’ufficio.
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Secondo l’organo di giustizia, tuttavia, il provvedimento disciplinare non può essere stabilito a priori e a prescindere dalla valutazione delle finalità di un comportamento simile. La revoca dell’incarico, infatti, scatta solo se viene dimostrato l’intento del dirigente di denunciare i superiori non per limitare le irregolarità oggetto di denuncia ma solo per ottenere vantaggi dal punto di vista personale.
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Per quanto riguarda le denunce nei confronti del datore di lavoro da parte dei dipendenti che evidenziano presunti illeciti in azienda, è sempre la Suprema Corte a stabilire che il lavoratore non può essere licenziato a meno che non sia dimostrato un intento calunnioso.