Molti dirigenti compiono degli errori comuni quando cercano di proteggere le informazioni aziendali riservate, cosa che può essere non solo molto rischiosa ma anche molto costosa. Ecco di seguito dunque quali sono questi errori, così da conoscerli per evitarli.
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Troppe aziende mettono poco impegno reale nel proteggere le proprie informazioni riservate, e ignorare il rischio di divulgazione indesiderata è come ignorare la propria salute. Bisogna dunque valutare periodicamente questi sforzi e capire se è il caso di far di più.
I contratti sono i migliori strumenti per proteggere le informazioni proprietarie, è infatti indispensabile sempre firmare un accordo di riservatezza che, se utilizzato in modo appropriato, fornisce una protezione ancora maggiore. Purtroppo tanti dirigenti non sentono il bisogno di tali accordi e spesso si ritrovano poi a fronteggiare spese legali.
Ci si potrebbe stupire da quanto spesso le aziende spendano denaro e tempo per creare accordi incompleti e inutili, peggio ancora se non firmati, che possono causare problemi di applicazione. Questo tipo di accordi è infatti inutile e non garantisce un’adeguata protezione.
Occhio a non dimenticarsi anche dei fornitori e consulenti: i dipendenti non sono infatti gli unici a poter avere accesso alle informazioni aziendali riservate, ma anche i terzi ne sono a conoscenza. Anche questi terzi devono dunque firmare accordi di non divulgazione.
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