Vigilanza Rai nuove richiesta alla dirigenza

di Francesca Vinciarelli

13 Gennaio 2015 16:30

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Sedici impegni per gli organi dirigenti della RAI stabiliti dal relatore Pino Pisicchio.

Nuovi impegni per gli organi dirigenti della RAI, predisposte dal relatore Pino Pisicchio. Le richieste contenute nella risoluzione sul piano di accorpamento dell’offerta informativa RAI sono state discusse in commissione di Vigilanza.

Precisamente sono sedici gli impegni presentati ai dirigenti della RAI, ma vediamo nello specifico alcune delle principali richieste come la Razionalizzazione delle risorse. La Vigilanza, guidata da Roberto Fico (M5s), chiede di valutare:

«La possibilità di meglio coordinare l’area dell’informazione mediante una razionalizzazione delle risorse tecnologiche e professionali e una loro riorganizzazione, anche al fine di impedire aggravi di spesa non sostenibili».

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La vigilanza RAI chiede inoltre alla nuova dirigenza l’acquisto di Format: secondo i commissari la RAI deve procedere alla riforma del piano dell’informazione privilegiando:

«In via prioritaria, per quanto possibile, una produzione originale che sia realizzata avvalendosi di risorse interne così da limitare l’acquisto di format».

La RAI si deve impegnare inoltre «a rafforzare la definizione di una precisa linea editoriale» che sia «coerente con il profilo editoriale proprio della rete su cui sono trasmessi i telegiornali».

La risoluzione impegna poi la dirigenza del servizio pubblico a:

«Trasmettere alla commissione un prospetto dettagliato da cui emergano in modo chiaro i tempi e le modalità mediante cui verranno realizzati i risparmi prospettati dal direttore generale Gubitosi», che «ammonterebbero a circa il 20% della spesa corrente per l’informazione RAI, anche al fine di verificare che tali risparmi siano conseguiti mediante un efficientamento complessivo dei processi e non già con un mero taglio lineare dell’offerta formativa».

Il nuovo piano dovrà favorire:

«L’allestimento di spazi e il recupero di risorse giornalistiche interne per trasmissioni orientate al fact-checking», che «facciano di RAI un punto di riferimento solido e affidabile per tutta la pubblica opinione nazionale e internazionale».

I programmi di approfondimento dovranno inoltre essere «riconducibili alla testata giornalistica della rete su cui sono trasmessi». Anch’essi dovranno insomma «coordinarsi con l’area informativa dell’azienda».  P { margin-bottom: 0.21cm; }

I telegiornali regionali dovranno avere

«Un ruolo centrale nella trasmissione di un flusso continuo di notizie dalla periferia al centro e viceversa, interagendo con le risorse culturali e produttive del territorio».

E si dovrà fare «chiarezza» sul ruolo che il web potrebbe rivestire per la RAI, affinchè diventi «sia fonte» che «strumento». Per quanto riguarda i social media, secondo la risoluzione:

«Andrebbe valutata la possibilità di creare una redazione specializzata con nuove figure professionali (come i social editor) che possano realizzare prodotti adeguati al linguaggio e al formato del web».

Per i due canali radio, la Vigilanza RAI chiede di «ripristinare adeguati spazi di informazione giornalistica». Il nuovo piano dovrà inoltre «ridurre speditamente il ritardo tecnologico che caratterizza certe testate giornalistiche con il completamento definitivo del processo di digitalizzazione, in particolare di Rai Sport».

Ed infine la nomina dei direttori è chiamata a:

«Valutare la possibilità di introdurre per la nomina dei direttori delle testate giornalistiche procedure trasparenti che prevedano la pubblicazione sul sito dell’azienda e sui principali quotidiani e settimanali nazionali di un avviso pubblico rivolto sia ai propri dipendenti sia a professionisti esterni alla RAI».

Tra i requisiti richiesti, «una pregressa esperienza giornalistica di eccellenza». I candidati dovranno inoltre, sempre secondo i commissari, spiegare in «non più di mille parole» la loro «visione» per l’incarico di direzione. Gli organi dirigenti RAI «potranno poi procedere alla nomina sulla base di una valutazione comparativa dei curricula trasmessi».