Non occorre un’investitura formale da parte dei vertici dell’azienda per ottenere la qualifica di dirigente, conferita nel momento in cui al dipendente vengono assegnate mansioni che richiedono professionalità e autonomia indispensabili per perseguire gli obiettivi stabiliti dalla società.
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Lo afferma la Corte di Cassazione con la sentenza 1816516 del 15 settembre 2015: perché sia riconosciuta la qualifica dirigenziale, infatti:
«è sufficiente che sia dimostrato l’espletamento di fatto delle relative mansioni, caratterizzate dalla preposizione a uno o più servizi con ampia autonomia decisionale, e non occorre anche una formale investitura trasfusa in una procura speciale».
La Cassazione aggiunge, inoltre, che pretendere anche una nomina ufficiale implica la piena violazione del principio che impone la corrispondenza tra le mansioni svolte sul lavoro e la qualifica.
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Se il dirigente (apicale) partecipa alle decisioni aziendali diventando, effettivamente, un “alter ego” dell’imprenditore, l’impiegato con funzioni direttive (o pseudo dirigente) ha poteri di autonomia ridotti e deve sempre riferire al dirigente e all’imprenditore , pertanto la sua responsabilità è limitata.