Tra gli elementi fondamentali che devono essere analizzati quando il rapporte di lavoro finisce si trova il calcolo del Trattamento di fine rapporto, ma non solo.
Attuare un licenziamento
Prima di tutto è importante specificare che l’articolo 2120 del Codice Civile, delinea che le modalità del trattamento di fine rapporto va erogato in qualunque circostanza e qualunque sia la causa della cessazione del rapporto di lavoro. Quindi è presente sia in caso di dimissioni che nei casi di licenziamento individuale o collettivo. Bisogna però sapere che il trf viene definito o in base all’accumulo di ore e giorni lavorativi maturati durante tutto il periodo di lavoro stesso, per questo il TFR è uguale, mai superiore, all’ammontare della retribuzione che spetta al lavoratore per l’anno in questione divisa per 13,5. Inoltre l’importo è ridotto nei casi di frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni, ricordando che il trattamento di fine rapporto è obbligatorio, nello specifico deve essere elargito non appena si verifica la cessazione del rapporto di lavoro stesso, inoltre devono essere rispettati i termini previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di categoria. Nello specifico:
- per il settore terziario si hanno come termine 30 giorni dalla fine del rapporto lavorativo
- per le categorie del commercio prevede la corresponsione entro 45 giorni.
Quattro errori finanziari
Infine nel caso in cui il datore di lavoro non paga il TFR, l’ex dipendente successivamente dovrà ottenere il TFR mancato più tutti gli interessi calcolati fino al momento dell’effettivo pagamento. Inoltre il lavoratore in mancanza del pagamento del TFR ha diritto ad inoltrare una lettera di sollecito ai fini del pagamento stesso, ovviamente si potrà procedere anche tramite azioni legali vere e proprie