Decidere di dedicare al sonno parte dell’orario lavorativo può costar caro. Secondo una sentenza recente della Corte di Cassazione (14192), per punire i lavoratori che dormono in servizio non è sufficiente una sanzione o la trattenuta di parte dello stipendio, ma è necessario interrompere il rapporto professionale.
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La Cassazione sottolinea come questo “addormentamento organizzato” sul lavoro contraddica i doveri fondamentali del lavoratore inerenti il cosiddetto “minimo etico”, violando i “principi di buona fede e correttezza nell’esecuzione del contratto di lavoro“. La sentenza si riferisce all’episodio che ha coinvolto un addetto alla vigilanza, sorpreso a dormire in auto omettendo il pattugliamento.
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Secondo i giudici, inoltre, ad aggravare la posizione del lavoratore è stata proprio la scelta di organizzare la “pausa” concordandola con un collega.