La mancata comunicazione della malattia da parte di un dipendente può mettere a rischio il suo posto di lavoro.
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Los stabilisce la Corte di Cassazione con la sentenza 26465/2017, sottolineando come esista una normativa precisa che impone di comunicare al datore di lavoro l’assenza per motivi di salute, specificando anche come si possa evitare il licenziamento solo qualora ci sia stato un impedimento tale da giustificare la mancata trasmissione delle informazioni.
La sentenza, infatti, richiama l’attenzione sul rischio di licenziamento per chi comunica l’assenza per malattia dopo il quarto giorno, considerato un limite massimo da non superare.
Secondo la Cassazione, inoltre, la necessità di comunicare per tempo l’assenza nasce dalle esigenze organizzative dello stesso datore di lavoro, che deve predisporre interventi e iniziative per garantire la produzione.
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Allo stesso tempo è fondamentale fare riferimento ai contratti collettivi:
«Le parti sociali hanno valutato, con apprezzamento insindacabile dei contrapposti interessi, che il protrarsi dell’assenza non assistita dall”adempimento degli obblighi suddetti costituisce inadempimento così grave da giustificare il licenziamento, in quanto trascende il limite di tollerabilità di un”assenza non giustificata.»