Il licenziamento ha validità se espresso in modalità scritta e chiara, ma come deve essere considerata una comunicazione inviata dal datore di lavoro al dipendente via SMS o WhatsApp?
=> Il licenziamento disciplinare
A esprimersi a riguardo è stato, non molto tempo fa, il Tribunale di Catania con un’ordinanza che risale alla fine di giungo 2017, decisione che legittima il licenziamento intimato attraverso la popolare App perché il recesso assolve l’onere della forma scritta.
In particolare, è stato sottolineato come il messaggio può essere assimilato a un documento informatico che riporta sia il mittente sia il destinatario, consentendo nel contempo di certificare l’invio e la ricezione e l’avvenuta lettura della comunicazione indicando anche gli orari e le date.
In definitiva, la volontà di terminare il rapporto di lavoro può essere comunicata dal datore di lavoro al dipendente anche in forma indiretta, purché sia garantita la chiarezza.
In precedenza anche la Corte di Appello di Firenze (sentenza del luglio 2016), aveva ritenuto legittimo il licenziamento comunicato via SMS assimilando i brevi messaggi di testo a un telegramma o a una email.