Il Garante per la privacy si è recentemente espresso riguardo la possibilità di controllare i consumi telefonici aziendali anche analizzando le informazioni relative alle Sim concesse di dipendenti, dei quali deve essere sempre tutelata la riservatezza.
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Rispondendo a una multinazionale, il Garante ha ribadito che l’azienda è autorizzata a trattare alcune informazioni relative alle chiamate in uscita effettuate dai dipendenti, al fine di limitare i costi e valutare il contratto con il fornitore di servizi telefonici. Le stesse informazioni, tuttavia, possono essere trattate solo rispettando alcuni limiti precisi:
In conformità alla disciplina in materia di protezione di dati personali, il Garante ha prescritto che le informazioni sul traffico telefonico vengano trattate solo se necessarie, pertinenti e non eccedenti, o comunque se, in base alle condizioni contrattuali applicabili dal provider, comportino dei costi (ipotesi che non ricorre per le chiamate in entrata in roaming senza specifici addebiti e in caso di tariffe flat). Sui numeri delle chiamate in uscita e, nei casi consentiti, di quelle in entrata, sarà operato il mascheramento delle ultime quattro cifre.
Allo stesso tempo, l’azienda non potrà utilizzare i dati a fini disciplinari anche qualora l’indagine evidenzi consumi anomali: il controllo a distanza esercitato è indiretto e dovrà sempre seguire uno specifico accordo sindacale. Infine, l’azienda non potrà conservare i dati per più di sei mesi e dovrà informare in modo adeguato tutti i dipendenti sull’esistenza di un monitoraggio, adottando un disciplinare interno per regolare le condizioni di uso delle Sim che vengono date in dotazione ai dipendenti.