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HR: i nuovi bisogni dei manager italiani

di Teresa Barone

28 Novembre 2022 16:00

Le competenze manageriali sono inadeguate a gestire i cambiamenti: il sondaggio Richmond-Nomea fa luce sui cambiamenti del mondo del lavoro.

Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento importante che ha coinvolto il mondo del lavoro, generando notevoli ripercussioni in ambito HR. Per dure direttori del personale su tre le competenze dei manager sono inadeguate ad affrontare le nuove sfide, a causa delle difficoltà di leadership e dell’incapacità di cogliere le occasioni di formazione.

Questo è quanto emerge dal sondaggio realizzato da Richmond Italia in collaborazione in collaborazione con Nomea, il nuovo marchio di consulenza e formazione. Coinvolgendo i direttori del personale italiani, l’indagine ha focalizzato l’attenzione sulle nuove esigenze, sulle soluzioni e sulle opportunità da cogliere per rispondere alle difficoltà con progetti formativi personalizzati.

Le criticità emerse riguardano principalmente la gestione dei nuovi strumenti di comunicazione che mediano le relazioni professionali, sia con i dipendenti sia nelle interazioni d’affari.

Il 96,5% del campione intervistato afferma che servono maggiori investimenti nelle competenze dei manager, tuttavia il 59,7% identifica il problema nella capacità di gestione della leadership nella relazione di lavoro ibrida, in presenza e online, mentre solo il 17,2% pone il problema delle competenze tecnologiche. Se il 59% ha già adottato il sistema ibrido nella gestione della leadership, il 29% sta ancora cercando un equilibrio tra le due modalità.

L’87,5% del campione, inoltre, sostiene di aver dovuto apprendere nuove competenze a causa del cambiamento delle dinamiche di relazione in modo autonomo, mentre solo il 3,4% ha fatto corsi specifici. Secondo il 39% dei direttori HR, tuttavia, i corsi online sono meno efficaci per apprendere.

Anche l’esperienza del lockdown sembra aver lasciato il segno, tanto che il 62,8% degli intervistati sottolinea di aver ripensato le modalità lavorative: il 9,3% ha deciso di ridurre tempo di lavoro, mentre il 41,8% ha scelto di lavorare da remoto almeno in parte. Una percentuale pari all’11,63% ha deciso perfino di cambiare lavoro.

Nella scelta della modalità di lavoro, inoltre, anche la sostenibilità svolge un ruolo fondamentale: l’80% del campione afferma di tenerne conto dovendo optare tra lavoro da remoto e in ufficio.