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Pillole di HR: la selezione in tempo di COVID

di Alessandra Gualtieri

23 Febbraio 2021 10:08

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HR sempre più tech: dal video colloquio alla selezione online, dal virtual recruiting al ricorso dei social media, ecco i nuovi trend nelle Risorse Umane.

La fase pandemica che stiamo attraversando a livello mondiale ha portato dei cambiamenti e degli stravolgimenti settoriali che inevitabilmente hanno modificato le abitudini di vita quotidiana e lavorativa. Un impatto drammatico si è avuto anche sull’attività di selezione, assunzione e inserimento del personale, visto che limita fortemente gli incontri di persona. Nei settori più colpiti dalla crisi (ossia il turismo e l’organizzazione di eventi) le assunzioni si sono ovviamente fermate. Ma in altri sono cresciute, a volte anche in modo repentino ed esponenziale, come nella logistica, nel commercio elettronico o nei servizi di comunicazione online.

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Tutti quelli che hanno potuto, hanno fatto ricorso alla modalità dello smart-working, ovvero del lavoro per certi versi agile, al fine di evitare “contatti umani” e mantenere il cosiddetto distanziamento sociale. Quei rapporti umani su cui si basa un processo di selezione HR e di inserimento nuove risorse in una realtà aziendale.

Selezione del personale

Oggi parlare di selezione del personale vuol dire parlare di HR tech o HR virtuale, che ti permette di condurre l’intero processo di assunzione, dallo screening dei curricula al colloquio e poi all’inserimento, in modalità virtuale grazie, per esempio, all’utilizzo del video e dei test online, sondaggi via sms, con cui il recruiter resta in contatto col candidato e verifica che il processo di selezione virtuale sia efficace. Quello che è nato come un esperimento e una necessità potrebbe dunque diventare la regola nella “nuova normalità”. La tecnologia moderna offre un’ampia gamma di possibilità per interagire in remoto con i candidati, valutarne l’idoneità al ruolo in questione e far loro percorrere il processo di assunzione con la massima efficacia.

Video colloquio

Come afferma una nota Agenzia per il lavoro, Randstad, il video colloquio, ad esempio, può rivelarsi più rapido, più semplice ed economico dell’alternativa fisica, non solo per l’azienda ma anche per lo stesso candidato. La possibilità di registrare l’intervista, inoltre, offre sia ai recruiter sia all’intervistato/a l’occasione per rivederlo in un secondo momento. Permettendo ai primi di verificare con attenzione aspetti che potrebbero essere sfuggiti, ai secondi di fare un’autovalutazione della propria performance.

Smart Working

Tutte tecniche e processi di sviluppo che portano ad abbracciare un cambiamento notevole nel comparto HR. Ma diciamolo, di certo non abbiamo scoperto l’acqua calda. Infatti, la modalità smart working e l’HR online erano già in auge negli Stati Uniti d’America. Lo smart working ad esempio, era l’antecedente telelavoro, arrivato poi in Italia negli Ottanta ma con un picco esponenziale di fattibilità da un anno a questa parte, causa pandemia. Poi con la Legge di Stabilità del 2012 e la Legge 81/2017, lo Smart Working ha fatto ulteriori passi avanti diventando una vera e propria prassi lavorativa, che permette di decidere quando lavorare a distanza e quali strumenti usare per coordinarsi con colleghi e superiori.

HR online

L’HR online o virtual recruinting, ha visto la sua crescita con l’evoluzione del Web 2.0 che ha sicuramente rappresentato un’opportunità e un’innovazione anche in ambito sociale ed economico. Difatti i social media, che stanno diventando sempre più importanti e diffusi, si pongono come strumenti di trasformazione dei processi di comunicazione e dell’organizzazione aziendale. I principali sono: LinkedIn, Facebook, Twitter, XING, Viadeo, FaceCV.

I principali vantaggi nell’utilizzo dei social media per il processo di recruitment riguardano un risparmio di tempo e denaro, la possibilità di conoscere meglio i candidati e una pubblicità costante. Gli svantaggi principali riguardano l’utilizzo scorretto di Facebook e Twitter da parte degli utenti (potrebbero inserire informazioni e contenuti sconvenienti) e i conseguenti pregiudizi che potrebbero formarsi nel selezionatore.

Certamente, Giulio Cesare nel 55 a.c. quando firmò il decreto, dove comparì per la prima volta un primo tracciato di recruitment, con un riconoscimento di 300 sesterzi al soldato che introduceva una nuova leva nell’esercito Romano, non poteva prevedere tutto questo processo evolutivo, di cui noi mondo HR, e non solo, siamo dipendenti e fruitori.


di Marianna Natale