L’emergenza sanitaria ha avuto ripercussioni inevitabili anche nel management delle risorse umane, richiedendo ai manager HR uno sforzo notevole verso la digitalizzazione e la ricerca di modalità di selezione innovative basate sul colloquio online.
A fare chiarezza sulle best practice adottate dai manager HR durante il lockdown, strategie desinate a far parte della vita delle aziende nel post emergenza, è l’indagine realizzata dagli studenti del Master in Human Resources Management & Organizational Learning – HUREMOL della LIUC Business School. Il sondaggio è stato somministrato ai manager di aziende italiane, prevalentemente lombarde, nel periodo compreso tra il 22 aprile e il 10 maggio 2020.
Se da un lato lo smart working durante l’emergenza è stato utilizzato dal 97% degli HR manager, per il 53% del totale non si è trattato di un’esperienza inedita. Il livello di soddisfazione riguardo l’uso di questa risorsa è stato complessivamente elevato, tuttavia le criticità più segnalate hanno riguardato la gestione del carico di lavoro e la difficoltà nel trovare un corretto equilibrio tra vita privata e vita lavorativa. Ad emergenza terminata, per il 50% degli HR interpellati lo smartworking resterà una risorsa fondamentale nella vita aziendale.
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Per quanto riguarda la selezione del personale, il 59% degli intervistati è convinto che in futuro i colloqui online avranno la meglio, sebbene tra i difetti emergano la perdita di empatia e l’impossibilità di valutare la comunicazione non verbale e paraverbale del candidato.
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Per Daniela Mazzara, Direttore del Master, il profilo dell’HR del futuro avrà caratteristiche precise e orientate al digitale:
Certamente dovrà essere un attivatore della digitalizzazione ed essere quindi in grado di rivedere i processi di organizzazione del lavoro e gestionali con una forte spinta verso l’informatizzazione dei processi stessi e delle attività. Inoltre, dovrà essere un agente di cambiamento e aiutare l’azienda a riconoscere il nuovo contesto in cui si muove, promuovendo modalità di lavoro agili che permettano di adattarsi e cavalcare il cambiamento con successo. Infine, dovrà avere un ruolo politico cruciale e diventerà l’interlocutore aziendale al quale è affidata la missione di generare il consenso necessario per favorire un clima di fiducia e favorevole alle attività e agli obiettivi aziendali.