L’Intelligenza Artificiale sta progressivamente cambiando il rapporto tra le persone e la tecnologia negli ambienti professionali, tanto che i lavoratori sembrano avere maggiore fiducia nei robot rispetto a quella che nutrono nei loro manager.
=> Risorse umane e IT, binomio vincente
Secondo lo studio annuale “AI at Work” condotto da Oracle e Future Workplace, è proprio la IA a ridisegnare il ruolo che i manager delle risorse umane devono ricoprire per attirare, trattenere e sviluppare i talenti.
Più che temere l’avvento dell’Intelligenza Artificiale per le ripercussioni negative sull’occupazione, i dipendenti interpellati accolgono le nuove tecnologie automatizzate con ottimismo. Se il 64% delle persone coinvolte nell’indagine ammette di fidarsi di un robot più del manager in carne e ossa, la metà degli intervistati preferisce rivolgersi a un robot per ottenere un consiglio.
Analizzando le differenze tra i manager e i robot agli occhi dei lavoratori, stando agli esiti dell’indagine, questi ultimi conferiscono alle risorse di IA il merito di fornire informazioni imparziali, rispettare i programmi di lavoro, saper risolvere i problemi e gestire un budget al meglio.
Al contrario, ai manager viene riconosciuta la capacità di comprendere i sentimenti, creare una cultura del lavoro e insegnare.
AI at Work
Condotto su un panel di 8.370 tra dipendenti, manager e responsabili HR in 10 Paesi, lo studio evidenzia i seguenti dati:
- Il 50% dei lavoratori utilizza una forma di AI per svolgere le proprie mansioni, soprattutto in Cina (77%) e India (78%), in coda Francia (32%) e Giappone (29%).
- La maggior parte del panel (65%) ne è entusiasta, quasi un quarto se ne sente gratificato.
- Gli uomini sono quelli più propensi all’uso dell’AI (32% rispetto al 23% delle donne).
- Il 64% delle persone si fiderebbe di una figura robotizzata più che del proprio manager, la metà vi si è rivolta per una consulenza.
- Più uomini (56%) che donne (44%) si sono rivolti a soluzioni AI piuttosto che al proprio capo.
- L’82% degli intervistati ritiene i robot più capaci dei manager, perché offrono informazioni imparziali (26%), rispettano i programmi di lavoro (34%), risolvono i problemi (29%) e sanno gestire meglio i budget (26%).
- I manager prevalgono invece per empatia (45%), formazione (33%) e promozione di una cultura del lavoro (29%).
- Il 76% dei lavoratori (81% degli HR Manager) non si sente al passo con i cambiamenti tecnologici sul posto di lavoro.
- I lavoratori richiedono quindi migliore interfaccia utente (34%), formazione sulle procedure (30%) e un’esperienza personalizzata in base al comportamento (30).
- Sicurezza (31%) e privacy (30%) sono considerati ostacolo all’uso dell’AI per motivi professionali, soprattutto per Generazione Z (43%) e Millennial (45%), più scettici rispetto a Generazione X (29%) e ai Baby Boomers (23%).