Scorrendo gli annunci di lavoro non è raro trovare tra le qualità richieste le capacità di pensiero critico. Eppure, come conferma una survey del Wall Street Journal, persino le migliori università del mondo appaiono carenti da questo punto di vista. Il concetto stesso di pensiero critico risulta ancora vago: i datori di lavoro non sanno bene come valutarlo e i manager non sanno come formare i membri del team per svilupparlo.
=> Il pensiero critico per il business
Per fare chiarezza, è utile suddividere il pensiero critico in 4 fasi misurabili: la capacità di eseguire, sintetizzare, suggerire e generare. In questo modo sarà possibile valutare le capacità di pensiero critico di ciascuno dei membri del tuo team e aiutarlo a migliorare.
- Durante la prima fase il dipendente è chiamato ad eseguire un compito, il modo in cui converte le istruzioni in azione dà già delle indicazioni. In questa fase si mettono in atto ragionamento verbale, processo decisionale e risoluzione dei problemi.
- Nella seconda fase i membri del team imparano a ordinare una serie di informazioni e a capire cosa è importante, sintetizzando i punti chiave. I membri del team saranno pronti per la terza fase quando potranno fornire un riepilogo delle informazioni importanti e delle implicazioni per il lavoro futuro.
- Nella terza fase i dipendenti sono capaci di dare suggerimenti, di incidere in modo attivo dando spiegazioni su cosa può essere cambiato. I loro suggerimenti dovrebbero basarsi su ragionamenti forti e anche se vanno contro l’idea generale possono dare un contributo essenziale.
- Infine durante la quarta fase il dipendente si trova davanti ad una sfida maggiore, infatti viene richiesto loro di proporre un’idea dal nulla e non solo di eseguire un compito.
L’ultima fase non è per tutti, molto si fermano allo step precedente, non essendo in grado di assumersi appieno una responsabilità. Ma affiancandoli e favorendo la comunicazione molti dipendenti potranno affrancarsi dalla guida e sviluppare un proprio pensiero critico.