Fino a qualche anno fa una gestione della fase di selezione non appagante per il candidato non aveva grosse ricadute sulla reputazione del marchio. Non si combattevano ancora guerre a suo di stellette e like. Ma da quando i social sono parte della nostra vita la candidate experience deve essere gestita al migliore dei modi, per evitare di finire alla gogna a causa di qualche recensione negativa.
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La gestione delle varie fasi di recruitment dovrebbe essere curata fin dai primi momenti. Già la descrizione delle posizioni aperte può fare la differenza, è importante andare il più possibile nel dettaglio, permettendo a chi si candida di capire se si tratta di un lavoro in linea con le proprie competenze. Così come il candidato prima del colloquio si informerà sull’azienda, la stessa deve controllare che non siano presenti on line informazioni negative e, in caso ci fossero, cercare di rispondere in maniera educata ad eventuali lamentele.
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Il primo contatto con il candidato può anche essere molto veloce, preferibilmente tramite telefono, ma deve essere seguito da una email dettagliata o anche da un messaggio in cui vengano segnalati data, ora e modalità. Il candidato deve avere la sensazione di essere seguito in tutte le fasi sin dall’inizio.
Il colloquio iniziale deve attenersi alle questioni lavorative, l’analisi delle soft skills e i colloqui più informali, capaci di capire chi ci si trova davanti, possono attendere una seconda fase. Dopo il colloquio bisogna capire che il candidato aspetta una risposta, per questo i tempi non dovrebbero mai essere troppo lunghi o, in caso lo siano per questioni concrete, allora è bene avvertire il candidato delle tempistiche, chiedendo di avere pazienza.
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Se poi la risposta è negativa è bene mostrarsi cortesi ed essere pronti ad eventuali domande, spiegando nel dettaglio perché è stato scelto un altro candidato. Solo mostrando questo tipo di rispetto si garantirà una candidate experience di successo, con una ricaduta positiva sulla reputazione aziendale.