Per essere produttivi a lavoro bisogna restare concentrati: che non vuol dire “non staccare mai” ma utilizzare il tempo nel modo giusto. Le pause devono essere ragionate e anche frequenti, se questo aiuta a lavorare meglio. Eppure, sul posto di lavoro ci sono troppe distrazioni che rischiano di far perdere la concentrazione e rallentare la produttività. Ciò è dannoso non solo per l’azienda ma anche per la soddisfazione del singolo lavoratore.
=> Combattere le perdite di tempo
Un recente sondaggio condotto da Accountemps, società di Robert Half, svela le più frequenti fonti di distrazione dei lavoratori. Al primo posto sia piazzano le chat e l’utilizzo dei social media, con il 32%. Tentazione costante la comunicazione non strettamente lavorativa rischia di portare il pensiero altrove, rendendo difficile recuperare il proprio ritmo. Sono molti i lavoratori che perdono tempo sulla loro pagina Facebook per rilassarsi, ma sarebbe molto meglio fare un giro fuori dall’ufficio per staccare davvero la spina.
Al secondo posto, con il 25%, le ricerche sul web non in relazione con il proprio lavoro. Anche in questo caso una cosa chiama l’altra e il tempo passa in maniera improduttiva. Per fare le proprie ricerche personali bisognerebbe aspettare di essere a casa. Anche in questo caso la sensazione di rilassamento è solo illusoria. Al terzo posto, con il 23%, invece ci sono le riunioni. Pur essendo parte integrante del lavoro danno spesso la sensazione di non avere senso. Per questo è bene programmarle solo se necessario e cercare di condensare in poco tempo il loro svolgimento. Al quarto posto, solo con il 9%, telefonate e e-mail personali. Da un lato i lavoratori cercano di evitare entrambe e dall’altro non sono percepite come rallentamenti dal normale svolgimento lavorativo.
Infine le e-mail di lavoro sono considerate una perdita di tempo solo dal 6%, essendo importanti per la comunicazione e parte del lavoro stesso, solo in alcuni casi la loro gestione porta via più tempo di quanto sarebbe opportuno.