L’abito non farà il monaco, ma fa sicuramente il manager. Studi consolidati hanno infatti dimostrato come l’opinione di chi abbiamo di fronte si formi nei primissimi secondi dalla presentazione e questo determina, quindi, la necessità di un abbigliamento sobrio e rigoroso quando la circostanza lo richieda.
In soccorso di dirigenti sconfitti dalla battaglia con il guardaroba è provvidenziale il libro di Cinzia Felicetti “L’abito fa il manager”, edito da Sperling & Kupfer, in cui sono raccolti una serie di consigli utili all’insegna dello stile e del buon gusto in fatto di moda. Come afferma infatti la scrittrice: «La prima, indelebile impressione che abbiamo di una persona si forma in sette secondi. In un battito di ciglia chi abbiamo davanti ci prende le misure e taglia letteralmente i panni addosso. Per cui, che si tratti del primo colloquio o dell’incontro per chiedere un aumento o una promozione, conviene restare sul classico».
Si tratta, in sostanza, di una guida per imparare a scegliere abiti e accessori in grado di veicolare messaggi come autorevolezza, autostima, affidabilità, creatività, in base ai diktat aziendali. Ecco dunque, in rapida successione, i suggerimenti per evitare di “toppare” un appuntamento importante.
Per gli uomini è consigliabile:
- evitare il doppiopetto o il gessato con righe troppo larghe;
- le scarpe mai più chiare dell’abito. Sono bandite calzature sportive e stivali;
- per il colore della cravatta non si può sbagliare con i classici blu, grigio e bordeaux. Da evitare le stampe, i disegni e le tonalità rosate;
- calzino rigorosamente lungo e scuro.
Per le donne valgono più o meno dei principi quasi ovvi:
- vietati gli abiti troppo stretti, troppo scollati, troppo corti;
- biancheria intima all’insegna dei colori soft, bianco o carne;
- tacchi ammessi fino a sette cm;
- gioielli distribuiti con parsimonia ed eleganza: no a cianfrusaglie tintinnanti;
- profumo e make-up leggeri.
E per i manager che oltre al poco buon gusto hanno anche poco tempo arriva dall’Australia Shower Suit, ovvero l’abito che si lava sotto la doccia. La geniale invenzione è il frutto delle sperimentazioni condotte dai ricercatori dell’Australian Wool Innovation anche se, com’era prevedibile, sta spopolando in Giappone, dove al primo ordine di ben 170.000 capi ne è succeduto uno ulteriore di altri 250.000.
Il capo in questione è un normalissimo abito da uomo realizzato però con un innovativo tessuto hi-tech che si lava semplicemente con una rapida passata sotto la doccia di tre o quattro minuti. Bando quindi al sapone e ai lavaggi a secco come pure alla stiratura. L’abito infatti si asciuga in poche ore a temperatura ambiente e perciò il mattino successivo è già bello e pronto come appena uscito dalla tintoria, l’ideale per gli uomini d’affari sempre in giro da un albergo all’altro. Da sottolineare, infine, il rispetto della parità fra i sessi: visto il successo del modello maschile i ricercatori fanno sapere che è in preparazione anche quello femminile.