Negli ultimi tempi sembrano moltiplicarsi le proposte più assurde e fantasiose per vincere lo stress da management e sopportare estenuanti riunioni di lavoro. Una delle più strampalate, anche se giurano tra le più efficaci, è la tecnica del “juggling” o, per dirla in italiano, la “giocoleria”, usata come sistema per allenare il corpo e la mente in contemporanea.
Nata negli Stati Uniti verso la fine degli anni Sessanta un po’ per voglia di evasione ed un po’ per anticonformismo si è diffusa rapidamente poiché ci si è presto resi conto che, praticando la giocoleria, si apriva la mente e si apprendeva una filosofia con cui affrontare la vita e gli eventi. Inizia così ad essere adottata da tante imprese proprio al fine di addestrare i manager.
Bisogna però aspettare la fine degli anni ’80 perché due inglesi, Balls e Most, affrontassero il tema con approccio razionale ed avviassero una forma di training che coniugasse l’arte del “juggling” con le teorie di gestione aziendale. Ecco quindi il moltiplicarsi di manager-trampolieri, dirigenti- giocolieri, imprenditori-saltimbanchi.
È un vero e proprio boom. La “giocoleria d’impresa” arriva ben presto anche in Italia, lanciata da estimatori del settore che raccolgono consensi anche nelle aziende più seriose.
Un esempio in tal senso è rappresentato dalla “Just for Joy” di Torino che, come afferma uno dei fondatori, Bruno Fornari: «È nata per proporre corsi di formazione per diventare giocolieri oppure per spiegarne la filosofia ai manager. Sempre più spesso, infatti, interveniamo in meeting o convention: in un paio d’ore insegniamo ai dirigenti a giocare con le tre palline, o con “el diablo”, a non avere paura di sbagliare, a non temere di mostrare i propri limiti, ad essere stimolati dalle novità. Negli Stati Uniti sostengono che il panico di sbagliare costa molti soldi a un’azienda».
Insomma, una tecnica che può sembrare bizzarra se vista con gli standard canonici delle aziende, ma che può invece rendere molto in termini di profitto e di qualità della vita.
Dalla giocoleria alla tecnica ayurvedica il passo è breve, specialmente se il fine comune è quello di preservare la salute psicofisica e la tenuta nervosa dei manager.
A questo proposito, una delle più prestigiose scuole di economia del vecchio continente: la London Business School, ha attivato il primo master «Ayurvedico», in collaborazione con l'”Ayurvedic company of Great Britain”. Il programma prevede, oltre a materie canoniche come marketing, information technology management, contabilità e statistica, anche lezioni di management interculturale, responsabilità sociale ed etica d’ impresa, corporate governance compassionevole.
In parole povere, una strana miscela tra efficienza britannica e saggezza orientale, da somministrare a manager super impegnati per aiutarli a superare tensioni, nervosismi, carichi di ansia e agitazione.