Fare il manager è bello, ma il futuro?

di Paola Toscani

26 Ottobre 2009 10:00

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Felici e gratificati: questo l'identikit psicologico dei manager analizzati in un'indagine di Manageritalia. Ma cresce la paura del futuro. E il numero di chi fa i conti con la disoccupazione

“Bello e stimolante”: così i manager definiscono il lavoro. Le loro opinioni e impressioni sono state raccolte a fine maggio in un’indagine condotta da Manageritalia su un campione di 1.325 dirigenti. Soddisfatti, dunque, della propria carriera. Per la maggioranza fare il manager è ancora “bello e stimolante” (81%), dà soddisfazioni (83%) e li rende orgogliosi (89%).

Passando alle dolenti note, però, gli intervistati disegnano un futuro “incerto e difficile”. E c’è chi il lavoro non ce l’ha più. L’8% degli intervistati combatte infatti con la dura realtà della disoccupazione che in un quarto dei casi riguarda manager sotto i 45 anni e anche tanti 30enni.

Nell’ultimo periodo la perdita del posto, la disoccupazione e la difficoltà a ricollocarsi, infatti, non colpiscono più solo i 50enni, ma toccano anche e non solo marginalmente i 40enni e addirittura i 30enni. E chi riesce a rimanere al suo posto affronta giorno per giorno “sfide, rischi e discontinuità”. Tra le difficoltà evidenziate, la mole di lavoro, aumentato in media 50 ore alla settimana. Tempo sottratto a sé stessi e alla famiglia (61%).

L’incertezza, è vero, è parte del gioco, ma gli intervistati notano come oggi abbia raggiunto livelli altissimi e responsabilità e rischi sono in continuo aumento. Per i manager le caratteristiche più importanti sono la qualità del posto di lavoro (81%), la possibilità di crescita professionale (73%), stima e gratificazione dei colleghi (59%). Meno peso riveste la retribuzione: priorità per poco più di un terzo degli intervistati.

Appena un altro terzo vorrebbe fare un lavoro diverso. Ma è il futuro quello che allarma molto (24% degli intervistati) o abbastanza (59%) la maggioranza dei manager. La classica carriera, quella fatta di sfide, difficoltà, sì, ma anche di percorsi lineari e ascendenti, per tanti (85%) non c’è più.

Per mantenere alto il suo valore sul mercato e determinare -e non subire- il suo futuro professionale, il manager deve essere pronto ad assumersi rischi e sfide sempre più difficili e l’incertezza, indipendentemente dalla bravura e dall’età, la fa comunque da padrona.