Gestire le difficoltà nei rapporti di lavoro

di Rosanna Marchegiani

10 Dicembre 2010 11:00

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Sul posto di lavoro, a volte, i conflitti sono inevitabili, ma non è detto che essi si trasformino necessariamente in situazioni senza via di uscita

Chi non vorrebbe vivere in un ambiente di lavoro sereno, senza conflitti, tensioni, prepotenze? Ma quanti possono dire di conoscere realmente un simile mondo del lavoro?

Inevitabilmente i conflitti sorgono in un gruppo di persone che lavora insieme per tante ore, con caratteri, età, situazioni e personalità differenti. Le cause di divergenze e ostilità possono essere molto diverse.

Spesso sorgono conflitti tra le persone più giovani, dotate di maggiori competenze tecnologiche che hanno voglia di innovare i metodi di lavoro, e quelle più anziane che avendo maturato una lunga esperienza sul campo non accettano di buon grado le novità e hanno difficoltà di adattamento.

Anche personalità molto diverse o conflitti di interesse, legati alla retribuzione e alla carriera, possono essere fonte di tensioni. Il punto di partenza è accettare l’idea che il conflitto è inevitabile in un gruppo di lavoro. Di conseguenza, affinché esso non incida negativamente sul lavoro, sulla sua produttività ed efficienza, generando stress e portando a situazioni che sembrano senza via di uscita, occorre saperlo gestire. Il conflitto, infatti, se ben gestito può diventare costruttivo.

Affinché ciò accada è necessario che i membri del gruppo siano consapevoli del fatto che eventuali divergenze di opinione sono inesorabili e che esse, se non le si lascia degenerare, possono rivelarsi utili per l’azienda e per la costruzione di migliori rapporti interpersonali con i colleghi.

Perché ciò si realizzi è necessario saper comunicare le proprie idee e saper ascoltare quelle degli altri senza voler prevalere ad ogni costo, senza atteggiamenti chiusi che non accettano osservazioni e proposte e senza trasformare la discussione in un’occasione per sferrare attacchi personali che nulla hanno a che vedere con gli argomenti oggetto della discussione. Frenare le emozioni, evitare provocazioni o insulti è fondamentale perché il dialogo possa affermarsi.

Solo in questo modo si può cercare di capire le ragioni degli altri, accettare la diversità e comprendere punti di vista diversi dai nostri senza percepirli come una minaccia e, senza per questo, dover abbandonare le proprie idee. Questo clima dovrebbe favorire, tra l’altro, la partecipazione attiva di tutti i membri del gruppo evitando atteggiamenti di chiusura, di difensiva o di aggressività.

La comunicazione, dunque, è l’arma vincente anche nell’ambiente di lavoro e il leader, in particolare il suo stile di conduzione del gruppo, può avere un ruolo fondamentale nella soluzione dei conflitti.