La “meritocrazia ad personam” ora ha il suo perché

di Rosaria Di Prata

20 Dicembre 2010 11:00

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Premiare i successi individuali aiuta la persona coinvolta nell'attività lavorativa a fissare obiettivi sempre più ambiziosi, ma senza competizione

All’interno dell’impresa ciascuno rappresenta un elemento fondamentale per il ruolo che svolge, contribuendo in maniera significativa al raggiungimento di obiettivi in maniera positiva. Le forze individuali generano una sinergia profusa al miglioramento delle proprie capacità al fine di rendere l’attività competitiva sul mercato.

Sono differenti gli aspetti che influiscono in modo significativo sul nostro operato, iniziando proprio dalle motivazioni che ci hanno condotto alla scelta della professione. Un recente studio della Psychological Science rivela che esiste un indice psicologico per valutare le capacità personali al fine di raggiungere determinati obiettivi.

Le persone si dividerebbero in due gruppi: coloro che inseguono i loro obiettivi per un miglioramento personale e coloro che invece lo farebbero solo per raggiungere falsi scopi. Ecco nascere allora la “meritocrazia ad personam”, ciò evita la competizione fra i colleghi perché si tratta di un percorso che deve fissare come presupposto il miglioramento delle proprie capacità personali e non essere solo una scalata verso il successo, senza considerare che ciò che s’insegue non è solo il raggiungimento di una posizione, anche economica, ma rappresenta un percorso che ha contribuito a migliorare le proprie capacità.

Lavorando dunque su se stessi, ed evidenziato ciò che ha motivato la scelta della professione, aiuta a migliorare la capacità produttiva e sprona ogni singolo individuo ad un lavoro costante. Sempre secondo questo studio per trovare una situazione perfetta, gli obiettivi prima elencati, devono sapersi bilanciare, evitando che l’uno possa prevaricare sull’altro.

In questo modo si potenzia la capacità del singolo e nell’insieme si genera un’attività lavorativa, dove ciascuno impiega al massimo le sue risorse. In questa considerazione non bisogna sottovalutare che la demotivazione personale incide profondamente sull’operato mentre, se un impiegato è spronato “ad investire su se stesso” la sua ambizione personale aumenta e questo lo conduce ad un percorso formativo che diventa anche integrativo della filosofia dell’azienda stessa.

L’aspetto psicologico deve essere tenuto sempre in seria considerazione, esaminando anche quelle che potrebbero essere le difficoltà d’integrazione, relazione, lavorative, che ciascun singolo può incontrare, cercando così di creare un percorso che senza dubbio si rivelerà essere nel tempo proficuo anche per il rendimento aziendale.