I manager ricevono la stima dei propri dipendenti? Secondo il giudizio di questi ultimi, i capi hanno il carisma e la leadership giusta? Una ricerca effettuata da Kelly Services – fra le più grandi aziende al mondo nella consulenza per le risorse umane con un fatturato 2011 di 5,6 miliardi di dollari – indica che solo il 38% dei lavoratori è soddisfatto. Lo studio è stato effettuato attraverso interviste a 170mila persone di 30 Paesi diversi.
L’azienda, tramite il Kelly Global Workforce Index, ha infatti approfondito la questione del carisma all’interno degli uffici guardandolo dal punto di vista del dipendente, che ogni giorno effettua un lavoro seguendo le direttive di un manager. In particolare, ha analizzato l’opinione degli intervistati sulla qualità, la direzione e lo stile di leadership, nonché il grado di condivisione degli obiettivi con quanti sono alla guida delle aziende.
I dati ottenuti fotografano il giudizio dei lavoratori sugli stili di leadership per settore, per area geografica e per generazione, con un focus sui tre principali gruppi: generazione Y (19-30 anni), generazione X (31-48 anni) e generazione “Baby Boomers” (49-66 anni). Solo il 48% degli intervistati ha affermato di sentirsi ispirato dal proprio attuale manager a dare il massimo sul lavoro.
Dall’indagine emerge una diffusa insofferenza: solo il 38% degli intervistati ha, infatti, dichiarato di apprezzare lo stile di leadership del proprio capo. La percentuale più bassa (34%) si raggiunge nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), nell’area APAC (Asia Pacific) si registra il 39%, mentre il primato è americano (45%). È interessante notare che, tra i gruppi generazionali attivi nel mondo del lavoro, i più giovani (18-29 anni) sono anche i più soddisfatti del proprio management (40%) e che i settori dei Servizi alle aziende e della Formazione sono quelli in cui si registra il più alto gradimento.
Lo stile di leadership preferito è, secondo il 24% degli intervistati, quello “democratico” (che favorisce il coinvolgimento del team), seguito, con un 20%, da quello “empowering” (incoraggia i lavoratori ad assumersi la responsabilità di prendere decisioni), quello “empatico” (coinvolge i lavoratori e li accompagna verso il successo) e quello “visionario” (mostra una vision chiara e lungimirante, consentendo a tutti di progredire insieme verso una vision condivisa). Quello che raccoglie il minor numero di preferenze (4%), ma che di fatto è lo stile che i lavoratori riscontrano più comunemente sul luogo di lavoro (29%), è l’approccio “autoritario” (stile diretto, si aspetta che le direttive vengano seguite).
Se ne deduce che i lavoratori optano chiaramente per uno stile di leadership che ponga l’accento sulle cosiddette “soft skills”, ossia comunicazione, vision, empatia, team building ed arricchimento individuale. C’è, quindi, una disconnessione significativa tra lo stile di leadership/il management che i lavoratori cercano e quello che effettivamente trovano.